Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/02/2018, a pag.13, con il titolo "Il rapporto dell'Onu 'La Corea del Nord vende i gas ad Assad' la cronaca di Giordano Stabile
C'è ancora qualcuno che si indigna, o protesta, di fronte all'uso di armi chimiche, di provenienza in questo caso Corea del Nord alla Siria di Assad? Domanda lecita, dato che il dittatore coreano viene spesso trattato con delicatezza dai media, severissimi invece con Trump, accusato di minacciarlo.
Giordano Stabile tra dittatori ci si intende
Un rapporto dell’Onu svela traffici sospetti fra la Corea del Nord e la Siria, che potrebbero aver collaborato nella produzioni di armi chimiche. E’ l’ultimo sviluppo della crisi siriana, che ieri ha visto le prime cinque ore di tregua violate da entrambe le parti, e ancora otto vittime civili sotto i raid. Il rapporto delle Nazioni Unite, anticipato dal New York Times, anche se non riporta prove definitive, mette in luce una serie di spedizioni sospette. In particolare, nel gennaio del 2017 due navi sono state intercettate sulla rotta verso la Siria: nelle stive è stato trovato materiale edilizio adatto per la costruzione di impianti chimici. Le indagini hanno permesso di ricostruire altre tre spedizioni analoghe tra il 3 novembre e il 12 dicembre 2016, mentre nell’agosto dello stesso anno c’è stata la visita di una delegazione di tecnici nordcoreani esperti in chimica negli impianti di Barzeh, Adra e Hama, sospettati di produrre armi proibite. Il rapporto arriva dopo la denuncia di un attacco con bombe al cloro nell’enclave ribelle della Ghouta, domenica. Ieri, dalle 9 alle 14, è scattata la prima tregua umanitaria «a ore» decisa dalla Russia su pressione internazionale. I convogli della Croce rossa non sono però potuti entrare per il mancato accordo fra governativi e ribelli. I jihadisti vicini ad Al-Qaeda avrebbero sparato colpi di mortaio per dissuadere l’evacuazione dei civili. Ma anche il gruppo appoggiato dai sauditi, Jaysh al-Islam, ha respinto la proposta russa, perché tesa «a svuotare la Ghouta dai suoi abitanti». Nel pomeriggio sono ripresi i bombardamenti governativi con jet e artiglieria, con almeno otto morti, compreso un bambino. E ad aggiungere orrore all’orrore è arrivata anche la denuncia di una cooperante umanitaria, Danielle Spencer. In un’intervista alla Bbc, in lacrime, ha raccontato come gli operatori locali incaricati dalle agenzie Onu di distribuire gli aiuti, cibo e medicinali, ricattano le donne e chiedono in cambio «favori sessuali». Un fenomeno così diffuso, ha rivelato, che molte siriane si rifiutano di andare nei centri di distribuzione degli aiuti perché temono di subire abusi.
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