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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
27.02.2018 Le parole vergognose del Custode di Terra Santa
Può continuare a svolgere la funzione di ambasciatore del Vaticano?

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 27 febbraio 2018
Pagina: 1
Autore: Redazionale
Titolo: «La Chiesa del Santo Sepolcro è chiusa a tempo indeterminato»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO online del 26/02/2018, con il titolo "La Chiesa del Santo Sepolcro è chiusa a tempo indeterminato" le dichiarazioni del Custode di Terra Santa Francesco Patton.


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Francesco Patton

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L'interpretazione del Custode di Terra Santa sulle motivazioni che hanno portato alla decisione di chiudere il Santo Sepolcro sono del tutto personali, la legge in discussione alla Knesset è ben diversa da qualla raccontata da Patton. Ma ciò che indigna - per non usare una espressione più adatta- è la seguente " Tutto ciò ci ricorda le leggi di natura analoga che furono promulgate contro gli ebrei in Europa nei periodi bui.", degna di un mentitore spudorato. La carica che ricopre Patton è sostanzialmente quella di Ambasciatore del Vaticano. Dopo le sue parole, in un contesto normale, sarebbe già stato dichiarato "persona non grata" e rinviato al mittente. 

Tutto ciò ci ricorda le leggi di natura analoga che furono promulgate contro gli ebrei in Europa nei periodi bui. 

Pubblichiamo integralmente, in una nostra traduzione, la dichiarazione a firma del custode di Terra santa, Francesco Patton, del patriarca ortodosso di Gerusalemme, Teofilo iii e del patriarca armeno di Gerusalemme Nourhan Manougian in merito alla decisione di chiudere a tempo indeterminato l’accesso alla Chiesa del Santo Sepolcro. L’iniziativa è stata presa in segno di protesta a seguito della presentazione nella Knesset di un disegno di legge che prevede di poter espropriare le terre vendute dalle comunità religiose ai privati dopo il 2010 e per la decisione delle autorità locali di sottoporre a tassazione alcune attività gestite dalle stesse comunità. A seguito di questa dichiarazione, diffusa domenica scorsa, il parlamento israeliano ha deciso di rinviare l’esame del disegno di legge. Noi, capi delle Chiese responsabili del Santo Sepolcro e dello status quo che governa i vari luoghi santi cristiani a Gerusalemme — il Patriarcato greco-ortodosso, la Custodia di Terra Santa e il Patriarcato armeno — seguiamo con grande preoccupazione la sistematica campagna contro le Chiese e le comunità cristiane in Terra Santa, in flagrante violazione del vigente status quo. Di recente questa campagna sistematica e offensiva ha raggiunto livelli senza precedenti quando la municipalità di Gerusalemme ha emesso scandalose notifiche di riscossione e ingiunzioni di confisca di beni, proprietà e conti bancari delle Chiese per presunti debiti di tasse municipali punitive. Una misura che è contraria alla storica posizione delle Chiese in seno alla città santa di Gerusalemme e alle loro relazioni con le autorità civili. Queste azioni infrangono gli accordi esistenti e le obbligazioni internazionali che garantiscono i diritti e i privilegi delle Chiese, in quello che appare come un tentativo di indebolire la presenza cristiana a Gerusalemme. Le principali vittime di tutto ciò sono le famiglie povere che saranno private del cibo e dell’alloggio, oltre ai bambini che non potranno frequentare la scuola. La sistematica campagna di abuso contro le Chiese e i cristiani sta ora raggiungendo il suo apice dal momento che si sta promuovendo una legge discriminatoria e razzista che prende di mira solo le proprietà della comunità cristiana in Terra Santa. Questa legge aberrante sarà esaminata oggi (domenica ndr) da una commissione ministeriale e, se approvata, renderebbe possibile l’espropriazione delle terre delle Chiese. Tutto ciò ci ricorda le leggi di natura analoga che furono promulgate contro gli ebrei in Europa nei periodi bui. Questo attacco sistematico e senza precedenti contro i cristiani in Terra Santa viola gravemente i più fondamentali e ab antiquo diritti sovrani, calpestando la delicata trama di pluridecennali relazioni tra la comunità cristiana e le autorità. Pertanto, ricordando la Dichiarazione dei Patriarchi e dei Capi delle Chiese locali a Gerusalemme del 14 febbraio 2018, e la loro dichiarazione previa del settembre 2017, come misura di protesta, abbiamo deciso di compiere il passo senza precedenti di chiudere la Chiesa del Santo Sepolcro. Insieme con tutti i capi delle Chiese in Terra Santa restiamo uniti, fermi e risoluti nel tutelare i nostri diritti e le nostre proprietà. Possa lo Spirito santo ascoltare le nostre preghiere e offrire una soluzione a questa crisi storica nella nostra città santa.

Per inviare all' Osservatore Romano la propria opinione, telefonare: 06/69883461, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


ornet@ossrom.va

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