Riprendamo da REPUBBLICA di oggi, 20/02/2018, a pag.12, con il titolo "Patto di ferro sul gas tra Egitto e Israele" il commento di Vincenzo Nigro.
Vincenzo Nigro riporta la notizia dell'importante accordo sul gas tra Israele e Egitto, ma quando si tratta di descrivere le dichiarazioni di Benjamin Netanyahu non si esime dal farlo attaccando il premier d'Israele: "Il premier Bibi Netanyahu naturalmente è saltato sulla notizia, applaudendo e definendo l’accordo « storico per Israele perché porterà benefici al nostro sistema sanitario, alle scuole, al welfare dei cittadini di Israele, e rafforzerà le nostre relazioni di sicurezza » . E non ha tutti i torti". L'impiego delle parole (Netanyahu sarebbe "saltato sulla notizia") denota ostilità verso il Primo ministro israeliano. Ancora una volta vengono a galla i pregiudizi di Nigro e di Repubblica su Israele.
Ecco l'articolo:
Vincenzo Nigro
I principali giacimenti israeliani
Israele ed Egitto hanno firmato un accordo per esportare il gas israeliano dei giacimenti-monstre di Leviathan e Tamar: saranno 64 miliardi di metri cubi in 10 anni, con un valore di circa 15 miliardi di dollari. A parte tutti i dettagli tecnici dell’accordo ( che sono particolarmente interessanti), l’intesa ha un chiaro risvolto politico. Innanzitutto rafforza il rapporto fra Egitto e Israele, due ex nemici che mantengono un rapporto di alleanza “ fredda” imposta dalla necessità dei due governi di sostenersi a vicenda. L’accordo avvicina ancora di più i due sistemi di sicurezza, ma offre anche enormi benefici economici ai due paesi. Israele vende miliardi di metri cubi di gas che non avrebbe saputo a chi offrire, e l’Egitto riceve carburante per una crescita economica che se saprà gestire potrà aiutare le condizioni economiche e quindi sociali di questo “gigante” del mondo arabo. L’intesa è stata firmata dalla “Delek”, il gruppo di ricerca petrolifera privato del miliardario Yitzhak Tshuva. Da parte egiziana ci sarà la “ Dolphinus Holdings”, un’altra società privata che raggruppa alcuni dei principali operatori privato del settore energetico del paese, guidata dal Alaa Arfa. Il premier Bibi Netanyahu naturalmente è saltato sulla notizia, applaudendo e definendo l’accordo « storico per Israele perché porterà benefici al nostro sistema sanitario, alle scuole, al welfare dei cittadini di Israele, e rafforzerà le nostre relazioni di sicurezza » . E non ha tutti i torti. Il gas arriverà dai giacimenti di Tamar e Leviathan che Delek gestisce assieme all’americana Noble Inc. L’annuncio dell’accordo ha fatto salire il prezzo della Delek del 17% alla borsa oil& gas di Tel Aviv. Le forniture partiranno non appena saranno approntati i collegamenti: Israele ed Egitto hanno già un gasdotto che li collega, ma non è chiaro se verrà costruito un altro gasdotto. L’Egitto ha già molto gas, e con la scoperta dell’Eni fatta con il giacimento di Zohr si avvia a diventare un esploratore. Ma il gas israeliano era comunque disponibile, avrà di sicuro un prezzo conveniente e l’Egitto pensa di poterlo liquefare nei due impianti di liquefazione che il paese possiede, per poterlo vendere in Europa.
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