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Tariq Ramadan: l’invasione silenziosa ha perso il suo predicatore A destra: Tariq Ramadan Con le testimonianze ricche di fatti inoppugnabili, a dimostrazione che violenze, torture e stupri superavano di gran lunga gli abusi messi in atto soprattutto nel mondo dello spettacolo, dove la regola è sempre stata ‘che cosa non si fa pur di far carriera’, vale la pena trarre qualche considerazione sul “caso Tariq Ramadan”, esploso in Francia con il suo arresto in attesa del processo. La prima, sottolineare il coraggio delle accusatrici, tutte musulmane, che non hanno avuto paura di rivelare la natura di ‘orco’- questa volta per davvero- del teologo islamico più famoso in quella che un tempo si chiamava Europa cristiana. Famoso è però riduttivo, più corretto dire osannato, adorato da masse non musulmane che accorrevano ad abbeverarsi alle parole in tutti i “ festival della spiritualità”, dove Ramadan poteva permettersi di dire qualsiasi castroneria, del tipo “la Francia è oggi una cultura musulmana, per cui la lingua francese è una lingua islamica” (2016).Era invitato regolarmente anche in Italia, sempre applaudito. Che la denuncia sia partita dalla Francia è presto spiegato, data la forte presenza islamica. Le donne che lo accusano hanno la fortuna di vivere in uno stato laico, non ancora sottomesso alla Sharia. Qualcuno ha detto che anche Ramadan è fortunato ad essere giudicato da un tribunale francese, se la pena dovesse seguire la legge islamica dovrebbe venire lapidato. La seconda riflessione, il silenzio del mondo musulmano, sì, perché in Francia esiste un “comitato contro l’islamofobia” – con il contributo della cultura che difende Ramadan a prescindere, Edwy Plenel, Edgar Morin,Thomas Piketty, il gruppo Mediart, l’islam è un valore per questa ultra sinistra che non sa più quale battaglia intraprendere. A stendere un velo che ne oscurasse la realtà, aveva sempre provveduto lo “svizzero” Ramadan – nipote del fondatore della Fratellanza Musulmana, per lui l’islam era sempre la vittima. Piaceva poi la sua eleganza, l’eloquio colto e accattivante, la capacità di predire la fine dell’Europa usando un linguaggio rassicurante – era contro ogni forma di terrorismo- e tutti l’hanno sempre ascoltato senza capirne il vero obiettivo: sarà l’utero delle donne musulmane a sconfiggere la democrazia sostituendola con la Sharia. Parole espresse con suadenti sorrisi e chi si permetteva di dissentire era un islamofobo. Chissà come sarà triste Tony Blair – Ramadan era un suo consigliere- idem al New Yorker di cui era collaboratore, l’università di Oxford gli ha sospeso la cattedra (pagata dal Qatar, che sa bene come investire i finanziamenti). Povero Ramadan, e pensare che era sicuro di aver trovato come ribaltare due sconfitte, la perdita dell’Andalusia nel 1492 e l’altolà all’Impero Ottomano a Vienna nel 1683. Per ora l’ “invasione silenziosa” ha perso il suo massimo predicatore. Speriamo in una sentenza esemplare.
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