I maestri della disinformazione
Commento di Angelo Pezzana
La copertina del supplemento di "Le Monde Diplomatique": vergogna al giornale e alla redazione responsabile, che ha pubblicato una copertina con cui si rende connivente con il terrorismo. I check point in Israele sono indispensabili per evitare che i terroristi arabi palestinesi commettano crimini, ma questo su Le Monde e Le Monde Diplomatique viene sistematicamente omesso
L’innamoramento dei nostri media per alcuni quotidiani diffusi a livello internazionale rimane costante, l’edizione cartacea oppure online sono ancora giudicate indispensabili perché autorevoli. “Scrive il New York Times”, iniziano gran parte dei corrispondenti Usa, come se citare il giornalone di NY garantisse la serietà e la credibilità della notizia. Per non dire dei TG della Rai, i cui servizi non sono molto diversi da quelli usati durante il ventennio dal minculpop. Chiusa la parentesi Obama, l’intoccabile, è iniziata l’era Trump, per raccontarlo è sufficiente il riassunto di qualche articolo provenienti dall’opposizione e la notizia è pronta per essere servita. La storia non cambia in Europa, dove “scrive Le Monde” ha addirittura una funzione educativa nei confronti dei nostri cronisti, se l’ha scritto il famoso quotidiano parigino del pomeriggio, allora niente lettura critica, è vangelo da mandare a memoria. A differenza dell’Italia, dove nessuno attribuirebbe al quotidiano comunista Il Manifesto altro merito se non quello di rappresentare, appunto, una ideologia – poco importa se morta e sepolta- da cui dipende l’intera linea del giornale in questione, ci chiediamo quanti hanno mai valutato che è proprio il Manifesto a pubblicare l’edizione italiana di Le Monde Diplomatique, un settimanale da sempre allineato a difesa dei peggiori regimi dittatoriali, da Cuba all’America Latina, dall’Africa equatoriale alla Palestina, fra tutti il numero uno. La copertina della serie ‘manière de voir’ ha per titolo “Palestine, un peuple, une colonisation”, che troverà la traduzione italiana a breve. Senza possibili ambiguità, è questa la ‘maniera di vedere’ di Le Monde, nessuno che si chieda quale credibilità abbia ancora quella che a buon titolo si può definire “l’edizione francese del Manifesto”. Continuerà ad essere in bella vista nelle redazioni esteri dei nostri media e “se l’ha scritto Le Monde” allora così deve essere. Soprattutto ci aiuta a capire perché, in fatto di informazione, l’Italia è ancora un paese provinciale.
Angelo Pezzana