Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/02/2018, a pag.14, con il titolo "Israele, Hamas alza il tiro e decide di colpire i religiosi", il commento di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Le forze di sicurezza israeliane individuano e uccidono il killer del rabbino Raziel Shevach e intanto scatta una gigantesca caccia all’uomo per trovare anche l’assassino di un altro religioso, Itamar Bel-Gal, accoltellato a morte lunedì. La distruzione delle cellule di Hamas che hanno compiuto gli attacchi è la priorità dello Shin Bet, i servizi interni dello Stato ebraico, perché il timore è che i gruppi islamisti in Cisgiordania abbiamo lanciato una Intifada contro le figure religiose. Non più attentati a caso, ma mirati, per indebolire le comunità ebraiche negli insediamenti nei Territori, al centro più che mai del conflitto fra Israele e i palestinesi.
Itamar Bel-Gal, ucciso a 29 anni da un terrorista arabo palestinese, con moglie e quattro figli
Il blitz
Il blitz di ieri ha rimediato a un parziale errore in una operazione del 17 gennaio, quando lo Shin Bet pensava di aver eliminato Ahmed Nasser Jarrer, responsabile dell’omicidio del rabbino Shevach, ucciso a colpi di pistola il 9 gennaio mentre guidava lungo la Route 60 alle porte di Nablus. Nel raid le forze di sicurezza israeliane in realtà avevano colpito a morte il suo complice, dal nome quasi identico, Ahmed Ismail Muhammed Jarrer.
Ahmed Nasser Jarrer era però molto più importante, il ricercato numero uno in Cisgiordania. Figlio di un dirigente di Hamas ucciso durante la Seconda Intifada, aveva un ruolo decisivo nel lancio della Terza, proclamata dal movimento islamista dopo il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte di Donald Trump. Ieri all’alba Jarrer è stato individuato nel villaggio di Yamun, vicino a Jenin: è uscito dal covo con un fucile mitragliatore M-16 ed è morto nel conflitto a fuoco. Ne è seguita una battaglia con centinaia di giovani che lanciavano pietre sui militari, finita con nove feriti da gas lacrimogeni e proiettili di gomma.
Il governo
Il premier Benjamin Netanyahu, in visita sul Golan, si è complimentato «per la complessa operazione» ma ha subito ribadito che la caccia continua perché bisogna trovare chiunque «attacchi cittadini israeliani» e in particolare il killer «del rabbino Itamar Ben-Gal». La sua uccisione, lunedì, ha suscitato nello Stato ebraico una emozione ancora più forte. Ben-Gal, ventinovenne, si trovava a una fermata dell’autobus alle porte dell’insediamento di Har Bracha, a pochi chilometri da Gerusalemme, quando un palestinese, identificato nel 19enne Abed al-Karim Adel Asi, lo ha accoltellato per poi fuggire. Centinaia di poliziotti di frontiera e militari stanno rastrellando i villaggi arabi vicini.
Ai funerali, ieri, hanno partecipato migliaia di persone e al lutto si è unito l’ambasciatore americano in Israele, David Friedman, con un messaggio su Twitter che è anche un duro attacco alla leadership palestinese: «Vent’anni fa ho donato una ambulanza ad Har Bracha, nella speranza che potesse aiutare a far nascere bambini in sicurezza, ora però un uomo è stato assassinato ad Har Bracha da un terrorista e i leader palestinesi plaudono al killer». Se Hamas ha approvato esplicitamente, anche senza rivendicare, le azioni dei terroristi, dal presidente Abu Mazen non sono arrivate parole di condanna.
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