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Ugo Volli
Cartoline
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La democrazia americana a rischio 05/02/2018
La democrazia americana a rischio
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: Donald Trump

Cari amici,
quel che sta venendo fuori in questi giorni nella cronaca politica americana è importantissimo e merita la vostra attenzione, anche se la stampa americana e quella europea fanno tutto il possibile per nasconderlo e cambiarne il senso (un esempio paradigmatico di questo giornalismo ideologico o di propaganda, pubblicato purtroppo sulla “Stampa” diretta dal bravo Molinari, è questo: http://www.lastampa.it/2018/02/02/esteri/trump-diffonde-una-nota-segreta-sul-russiagate-che-accusa-lfbi-scontro-aperto-oMhv6f0k3aejo01dlmlHqJ/pagina.html)

Tutto è partito dall'accusa democratica per cui l'elezione di Trump favorirebbe i russi. E' chiaro che la pensino così, dato che loro pensano di essere infinitamente più bravi del loro avversario, che hanno cercato di far passare per pazzo e per idiota, ma che li ha battuti. Se ce l'ha fatta dunque non dev'essere merito suo, né colpa della candidata democratica, ma frutto di oscuri poteri, di una subdola invasione russa. Peccato che chi ha fatto l'amica dei russi è proprio Hilary Clinton, che all'inizio del suo mandato come Segretario di Stato fece al ministro degli esteri russo il dono simbolico di un grande bottone rosso con la scritta "reset" (cioè facciamo ripartire i rapporti fra noi, scurdammoce 'o passato: https://www.youtube.com/watch?v=9sudCmrAsF4). Trump ha scelto di affrontare la Russia, in Siria (nei limiti strategici consentiti dalle ritirate di Obama) come sulla strategia globale (http://www.israelhayom.com/opinions/the-trump-national-security-strategy/ ; il testo della strategia americana che definisce di nuovo Russia e Cina come avversari è qui: https://www.whitehouse.gov/wp-content/uploads/2017/12/NSS-Final-12-18-2017-0905-2.pdf) e nella dottrina nucleare (http://www.lastampa.it/2018/02/04/esteri/trump-rivede-la-dottrina-nucleare-missili-con-mini-testate-sui-sottomarini-CDU6CsMoHVW0O43i6DUevJ/pagina.html). E' bizzarro sostenere che un leader politico è sostenuto dai russi senza discutere la sua politica, ma è quel che i democratici fanno cercando "contatti" fra i consiglieri di Trump e persone legate al governo russo, come se non fosse logico per un leader politico, magari già eletto presidente, e i vari poteri mondiali per capire meglio le loro intenzioni e chiarire le sue.

E infatti, questa inchiesta, che si trascina da un anno, è senza esito. Ora si sostiene che Trump avrebbe ostacolato la giustizia, cioè lo incolpano di essersi difeso. Ma nel frattempo è venuto fuori qualcosa di molto più grave dall'altra parte. Nonostante l'opposizione di democratici e Fbi, è stato pubblicato un appunto approvato dalla commissione del Congresso, in cui si dimostra che l'inchiesta contro Trump è partita durante la campagna elettorale sulla base di una collaborazione illegale fra i democratici e l'FBI. In sostanza Hilary Clinton e i democratici pagarono una società (Gps Fusion) per costruire un dossier contro Trump. Questo dossier fu passato all'Fbi, che lo trasmise al tribunale antiterrorismo, unico che potesse autorizzare le intercettazioni dei collaboratori di Trump, senza rivelarne l'origine. Di più, gli agenti dell'Fbi che sostennero le indagini erano attivi sostenitori della Clinton, i vertici dell'agenzia erano consapevoli di questo ma non lo dissero al tribunale né tolsero i nemici politici di Trump dalle indagini. Se volete avere un'idea di questo appunto esplosivo che non sia filtrata dalla propaganda antitrumpiana con cui la stampa italiana condisce le sue corrispondenze sul tema (vi ho citato sopra un suo piccolo esempio; ma non è che Zucconi a Repubblica o Botteri alla Rai facciano del giornalismo migliore), potete leggere direttamente il dossier a questo indirizzo: https://drive.google.com/file/d/1CXFnepvQamNJyuhSsVQazBO7p3-ZxVOL/view. A me pare che ce ne sia più che a sufficienza per giustificare la preoccupazione di Trump (http://www.lastampa.it/2018/02/04/esteri/trump-fbi-strumento-in-mano-a-chi-contro-di-me-S1jI7YfQDibx5p3GPBgJfO/pagina.html). L'indagine è stata abusiva, il tribunale che l'ha autorizzata è stato ingannato, e chiaro che Trump è stato oggetto di una persecuzione politica. (https://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/241511). C'è stata una grave interferenza di un'agenzia pubblica dotata di ampli poteri come l'Fbi contro un candidato presidente prima, durante e dopo l'elezione.

Questa interferenza dello "stato profondo" c'è ancora e mette a rischio la democrazia americana. Ma la responsabilità prima è dell'amministrazione Obama, che ha usato sistematicamente in maniera illegale i poteri dello stato contro i propri nemici, cercando di consolidare un potere dittatoriale. Da questo punto di vista la sconfitta di Clinton è stata provvidenziale per la democrazia americana, che purtroppo è ancora a rischio per l'ostinazione dei democratici e dei loro alleati che non accettano la sconfitta.

Capisco che può sembrare un'affermazione molto forte, ma vi faccio un altro esempio. Si è conclusa in questi giorni con le scuse forzate dell'IRS (l'agenzie delle entrate americana) una causa durata sette anni da parte di una Ong filo-israeliana (Z-Street, da non confondere con l'antisraeliana J-Street). In sostanza è venuto fuori che l'amministrazione Obama usava l'IRS per punire i propri avversari politici, incluse le organizzazioni pro-Israele e le Ong di destra, negando loro gli sgravi fiscali cui avevano diritto, tenendo in sospeso le loro richieste, facendo inchiesta ad personam. (https://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/21654). C'era addirittura una sigla apposta per definire le organizzazioni no profit "nemiche". L'Irs è stato costretto a chiedere ufficialmente scusa (http://freebeacon.com/issues/irs-apologizes-pro-israel-group-biased-treatment/), ma l'ombra dell'obamismo continua a minacciare la democrazia americana. Pensate che di recente l'ex ministro degli esteri americano Kerry ha incontrato un consigliere di Abbas e ha fato sapere di avergli detto di tener duro contro la politica dell'amministrazione attuale (che è anche il governo legittimo di Kerry, se non sbaglio), di non mollare, perché Trump "cadrà presto" (http://www.independent.co.uk/news/world/americas/us-politics/trump-john-kerry-predicts-out-of-white-house-one-year-israel-a8178771.html): una previsione o il programma politico di un colpo di stato più o meno giudiziario?

Immagine correlata
Ugo Volli


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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