Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/02/2018, a pag.14, con il titolo "Siria, i ribelli abbattono jet russo. Ucciso il pilota", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
I ribelli riescono per la prima volta ad abbattere un cacciabombardiere russo in Siria, uccidono anche il pilota che era riuscito a lanciarsi con il paracadute, e per Mosca il fronte siriano diventa di nuovo caldissimo, dopo che due mesi fa Putin aveva puntato su un rapido disimpegno. Il Su-25, un jet da appoggio ravvicinato, volava a non più di quattromila metri di quota quando è stato colpito da un missile terra-aria portatile, di tipo Igla. Stava conducendo un raid nei dintorni di Sarabiq, un cittadina allo snodo fra l’autostrada Damasco-Aleppo e l’allacciamento per Idlib.
Soldati russi in Siria
È una zona strategica, dove da giorni si sta combattendo una battaglia accanita fra i governativi e un’alleanza di ribelli anche islamisti, raccolti sotto l’ombrello di Hayat al-Tahri al-Sham, erede dell’Al-Qaeda siriana. Alcuni di questi gruppi, più moderati, avevano negli anni scorsi ricevuto forniture di missili anti-tank da Paesi occidentali e del Golfo, ma mai di quelli anti-aerei portatili, per divieto dell’amministrazione Obama. Erano però riusciti a procurarsi sul mercato nero alcuni «Manpads», come vengono chiamati in gergo. In passato due Sukhoi siriani erano stati abbattuti, ma mai jet russi.
L’abbattimento è stato rivendicato dal gruppo Jaysh al-Nasr. I ribelli hanno individuato il pilota che si era lanciato con il paracadute, l’hanno catturato e ucciso a pochi chilometri da Saraqib. Il ministero della Difesa russo ha confermato la perdita del caccia ma precisato che il pilota è morto in combattimento, dopo essere stato circondato «dai terroristi». I ribelli hanno diffuso un video che mostra il jet in fiamme, poi un altro dove si vede il corpo del militare russo. Mosca ha reagito con altri raid e il lancio di missili cruise da una nave nel Mediterraneo.
Per la Russia è il secondo cacciabombardiere perso in azione di guerra in Siria, dopo il Su-24 abbattuto da un F-16 turco nel novembre del 2015. Ora la situazione militare è molto diversa. Ankara si è schierata con Mosca, anche se restano le tensioni. Per i ribelli la situazione è critica. Dopo la perdita di Aleppo nel dicembre del 2016, ora stanno per essere assediati nell’ultima loro roccaforte, Idlib. Il governo di Bashar al-Assad ha lanciato a gennaio una vasta operazione, con l’appoggio dei raid russi, che hanno causato anche decine di vittime civili ma hanno portato alla riconquista di un terzo del territorio ribelle fra le province di Idlib, Aleppo e Hama.
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante