Riprendiamo dalla STAMPA del 31/01/2018, a pag. 29, con il titolo "È il web la porta segreta per mettere ko i porti e gli aeroporti", il commento di Fabiana Magrì.
«Prevenzione o difesa: chi è in vantaggio, oggi, nella sicurezza informatica e chi attacca e chi protegge? «È come un tango». La metafora, che tradisce origini argentine, è di Gadi Ben-Moshe, direttore informatico dell’Ipc, società responsabile dello sviluppo degli scali marittimi commerciali israeliani, in sostanza i padroni di casa dei porti d’Israele. «La cybersecurity è una gara continua: a volte è in testa chi minaccia, a volte chi difende».
La sicurezza informatica di porti, aeroporti e ferrovie è uno dei temi scottanti, oggetto di focus speciali, della tre giorni di Cybertech 2018, la più grande convention sulla tecnologia informatica al di fuori degli Usa e che si concluderà oggi a Tel Aviv. La quinta edizione - con numeri da record per la partecipazione di aziende e governi di 80 Paesi e decine di fondi di venture capital dall’Asia e dall’Occidente - è stata teatro del primo meeting globale sulla sicurezza informatica marittima, in cui gli attori-chiave dell’industria internazionale si sono seduti con i leader israeliani di sicurezza informatica. Da dove aspettarsi le minacce più preoccupanti? Da terra, dal mare, dal cielo o dal web? «Non è la risposta che un responsabile della sicurezza informatica vorrebbe dare, ma è il web la fonte principale di minacce». La società di Ben-Moshe è responsabile dello sviluppo delle infrastrutture necessarie per promuovere il commercio dei porti di Israele, a Haifa, Ashdod ed Eilat, che gestiscono il 98% dell’import-export del Paese. Con volumi di container in continua crescita, Ipc coordina lo sviluppo di due nuovi scali, Southport ad Ashdod e Bayport a Haifa, progettati per accogliere le navi container più grandi. In collaborazione con gli attori del porto, dalla dogana agli agenti marittimi, Ipc è responsabile anche dell’aggiornamento tecnologico, fondamentale per essere competitivi. «Stiamo digitalizzando le procedure aziendali - spiega Ben-Moshe -: sono sistemi che gestiscono più di 2 milioni di messaggi al mese, scambiati da 4 mila users di oltre mille aziende.» Parte del network «International Port Community Systems Association», «Ipc condivide costantemente informazioni su nuove soluzioni digitali di sicurezza informatica con altre 30 aziende che operano in 100 scali internazionali. Senza scambi d’informazioni un porto non può essere competitivo».
Non si tratta solo di efficienza. Dal 25 maggio sarà applicato il regolamento sulla protezione dei dati («Gdpr»), provvedimento della Commissione europea. Il testo obbliga i titolari del trattamento dei dati a soddisfare gli obblighi di protezione e a evitare fughe che andranno subito denunciate. Sono previste rigide sanzioni che possono raggiungere il 4% del volume d’affari. «È un punto di svolta» per Hagai Katz, manager dell’azienda israeliana Check Point, leader nella fornitura di sicurezza informatica di rete. «La combinazione di norme sempre più severe con una connettività in crescita genera un circolo virtuoso che parte dalla competizione sull’efficienza per arrivare alla tecnologia. Porti e aeroporti sono come città, con un numero di attori elevatissimo, il cui controllo è difficile. La sicurezza fisica deve integrarsi con quella informatica. I sistemi informativi e di controllo degli enti gestori si interfacciano con quelli privati. Dal punto di vista della sicurezza, è una sfida. Finalmente, dopo tanto parlare, - aggiunge Katz - ci saranno chiare responsabilità e multe per chi non si sarà dotato della tecnologia per evitare la fuga di dati sensibili».
Di un nuovo dipartimento cyber si sono dotate anche le ferrovie israeliane che, nel panel «Cyber for Trains», si sono confrontate con la compagnia francese Sncf e la startup di cyber rail Cylus, fondata da veterani delle unità di intelligence dell’esercito e dall’ex ad dell’Israel Railway. «Non è un segreto che le ferrovie israeliane siano un obiettivo per i terroristi - ha spiegato Israel Baron, responsabile del dipartimento informatico dell’Israel Railway - e tuttavia nel mondo cyber non ci sono confini. Ci comportiamo come se gli attacchi potessero arrivare da qualunque parte». Le soluzioni d’avanguardia saranno installate a protezione del nuovo treno ad alta velocità che percorrerà i 70 km tra Tel Aviv a Gerusalemme in 28 minuti, a partire dal 30 marzo.
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