'Quante storie' su Rai 3: come rovinare una bella trasmissione
Commento di Deborah Fait
http://www.raiplay.it/video/2018/01/Quante-storie-44b9d065-cca0-4d19-a430-b4a55cb891ff.html
A destra: Corrado Augias, conduttore di "Quante storie"
Un gentile lettore di IC mi ha segnalato la trasmissione "Quante storie", RAI 3, condotta da Corrado Augias, andata in onda sabato 26 alle ore 14. Ospiti in studio una scolaresca di ragazzi di Udine e lo storico Sergio Luzzatto che ha presentato il suo libro "I bambini di Moshè". La trasmissione, interessantissima, raccontava la storia di 800 orfani ebrei sopravvissuti dai lager, che Moshè Zeiri, un israeliano che faceva parte della Brigata Ebraica, aveva raccolto e aveva portato a Selvino, piccolo paese in provincia di Bergamo. Qui gli 800 bambini ricominciano a vivere, a giocare, imparano di nuovo a mangiare e, piano piano imparano l'ebraico. Con il tempo viene organizzata la loro partenza per Israele, che ancora non era stato fondato, era la fine del 1945. Una storia molto bella fatta di speranza, di generosità e di amorevolezza cosa cui quei poveri bambini non sono più abituati. Purtroppo nel corso del racconto vi sono state alcune cadute di stile sia da parte del prof Luzzatto che da parte di Corrado Augias.
Parlando degli ebrei che arrivavano in Israele Luzzatto ha buttato là un paio di frasi "arabi vittime delle vittime...popolo occupante, popolo occupato...". Vediamo un po', gli ebrei sono arrivati in un paese dove viveva già altra gente, benissimo, ma che era stato destinato a loro, popolo ebraico, dalla conferenza di Sanremo nel 1922 e, prima , dalla Dichiarazione Balfour del 1917. In tutto il mondo accadono situazioni simili, che un popolo arrivi dove altri vivono e formi una nazione. Dopo le due guerre mondiali i confini delle varie nazioni europee sono cambiati, nazioni che hanno sostituito altre, intere regioni passate sotto governi estranei. Il SudTirolo è passato all'Italia con tutta la sua popolazione di lingua tedesca, lo stesso è accaduto con l'Istria che da italiana è diventata yugoslava, per non parlare di intere regioni del centro Europa i cui confini furono drasticamente cambiati.
Sergio Luzzatto
Gli ebrei arrivati in Israele ,senza nessuna intenzione di scacciare gli arabi della zona, ne avevano tutto il diritto anche perchè non entravano in una nazione esistente ma in una terra di nessuno, brulla e incolta, da sempre occupata da qualcuno, ultimi gli inglesi. Augias l'ha fatta ancora più brutta parlando degli ebrei dei ghetti: "Erano nei ghetti a contare soldi e a commerciare tessuti". Questa è tremenda soprattutto perchè detta di fronte a una classe di ragazzi che, per loro stessa ammissione, non conoscevano l'argomento. Una frase del genere richiedeva una spiegazione. Perchè gli ebrei contavano soldi e commerciavano in stoffe? Perchè, caro Augias, questi erano gli unici lavori permessi agli ebrei, lei lo sapeva e doveva dirlo! Il prestito di soldi, vietato ai cristiani perchè considerato abominevole quindi affidato obbligatoriamente agli unici esseri "abominevoli", gli ebrei. Il commercio di stracci era il secondo mestiere permesso. Non potevano fare altro! Cosa ci voleva a chiarire, a spiegare? Non c'era il tempo? Allora non doveva dirlo! Poi ci meravigliamo che in Italia l'insulto peggiore sia "rabbino" e che sia ancora impresso a fuoco nella mente del popolo che gli ebrei erano, e sono, usurai.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"