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Italia Oggi Rassegna Stampa
25.01.2018 Germania: quei nazisti ancora sul libro d'onore dell'Università di Monaco
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 25 gennaio 2018
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Monaco: quattro nazisti di troppo»
Riprendiamo da ITALIA OGGI del 25/01/2018, a pag.12, con il titolo "Monaco: quattro nazisti di troppo", l'analisi di Roberto Giardina

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Roberto Giardina

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Lutz Pistor, nazista

Il passato che non passa in Germania. Ma passa ancor più lentamente a Monaco. Quattro nazisti sono sempre nel libro d'onore della Technische Universitat (TU). Possibile che non si possa cancellare il loro nome? Adesso, oltre settant'anni dopo la fine del III Reich, l'ateneo sta studiando se e come sia possibile togliere loro il titolo accademico. Uno fu un generale nazista, il secondo un asso dell'aviazione nella Grande Guerra, come il Barone Rosso, ma dopo accettò di diventare un simbolo del regime, il terzo era un ingegnere di talento ma si adoperò per organizzare lo sfruttamento dei lavoratori nell'industria aeronautica, il quarto infine, membro del partito della prima ora, creò il gruppo paramilitare Organisation Todt. Un passato imbarazzante per l'Università, commenta la Süddeutsche Zeitung. La TU può andare orgogliosa dei suoi professori e studiosi: tra i docenti e gli ex alunni annovera ben 17 premi Nobel. Nel 2018 si festeggia il 150 anniversario della fondazione, con il motto Culture of Excellence. Sarebbe il momento giusto per fare i conti con un periodo infelice della sua storia. Già nel 1993, lo storico Ulrich Wengenroth, pubblicò una ricerca sugli anni tra il 1933 e il 1945, dalla presa di potere di Hitler alla sconfitta. Il professore Lutz Pistor veniva chiamato il Führerrektor, non occorre la traduzione. Mise l'università al servizio del regime, e i ricercatori si adoperarono per rendere più efficiente l'industria bellica. Il presidente della TU, Wolfgang Herrmann, denunciò in seguito che Pistor aveva tradito la «libertà dell'Accademia». Sotto Hitler la TU partecipò alla persecuzione degli ebrei, licenziando i docenti, e togliendo loro il titolo di laurea. Allo stesso tempo la laurea honoris causa veniva concessa ai nazisti più «meritevoli». Ernst Udet l'ebbe nel 1938. Era stato un asso dell'aviazione, con un numero di aerei nemici abbattuti appena inferiore a quelli del Roter Baron, il Barone rosso. Fu ben felice che i nazisti lo arruolassero come eroe, esempio per i giovani del Reich. Divenne generale, e si uccise il 17 novembre, a 45 anni, nella sua abitazione a Berlino, a causa della sconfitta dei suoi piloti nella battaglia d'Inghilterra. Sempre nel 38, la facoltà d'ingegneria della TU premiò con la laurea ad honorem Fritz Todt. Già nel 1922, a 31 anni, aderì al partito nazista, e diresse il piano per la costruzione della rete di autostrade deciso da Hitler. Dall'organizzazione che portava il suo nome dipendevano gli impianti militari all'inizio della guerra. Morì in un incidente aereo nel 42. Emil Zenetti (19831945) era un generale d'artiglieria, ma comandava anche le truppe speciali per lo sminamento dei territori nemici conquistati, e vi impiegava i prigionieri di guerra, benché fosse vietato dagli accordi internazionali. Anche lui è nel libro d'onore della TU. Sempre nel 1938, l'università concesse la laurea honoris causa a Wilhelm Messerschmitt «per lo sviluppo dato all'industria aeronautica nazionale». Impiegò i prigionieri nei campi di sterminio nelle sue fabbriche. Molti morirono di stenti, o quando non erano più in grado di lavorare finivano nelle camere a gas. Messerschmitt è morto nel 1978 a 80 anni. La legge della Baviera consente di togliere il titolo a chi ricevuto una laurea ad honorem «se nel seguito della sua vita abbia compiuto atti non degni». Perché non si provvede? chiede la Süddeutsche Zeitung.

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