IC7 - Il commento di Astrit Sukni
Dal 14 al 20 gennaio 2018
Antisemitismo islamico al cinema
La locandina
Il nuovo capolavoro di Spielberg, The Post - Pentagon Papers, uscirà in Italia il 1° febbraio. Il film di Spielberg non vedrà invece la luce in Libano. Il film è stato censurato su parere dell'intelligence. Quali sono le colpe di Spielberg per subire tale censura? Quella di essere ebreo, prima di tutto. Avere donato allo Stato di Israele oltre un milione di dollari alcuni anni fa e soprattutto avere girato alcune delle scene di Schindler's List a Gerusalemme, città occupata dal nemico sionista, secondo i libanesi.
Il Libano non ha perdonato tutto questo a Spielberg. Il mondo ebraico e le produzioni cinematografiche di registi, produttori e attori ebrei sono sovente oggetto di censura da parte del mondo arabo. Vi ricordate il film Wonder Woman con protagonista l'attrice israeliana Gal Gadot? Una censura antisemita, quella dei Paesi arabi, ma che mai nessuno vuole evidenziare. Si preferisce tacere davanti all'antisemitismo arabo e gridare alla presunta islamofobia. Il mondo arabo è pronto a puntare il dito contro Occidente e Israele quando si tratta di dirci che siamo islamofobi, quando alcuni Paesi europei vietano l'uso del burqa. Il dilagante antisemitismo coinvolge anche la nostra Italia, dove a Milano si grida "morte agli ebrei". E fortuna che il Presidente Mattarella ha ribadito che in Italia non vi è posto per antisemitsmo e antisemiti nominando, per alti meriti sociali, senatrice a vita Liliana Segre, una delle poche bambine sopravvissute ad Auschwitz.
Astrit Sukni, IC redazione