Due servizi sulla crescita dell'antisemitismo e della delegittimazione/odio di Israele in Germania. Li riprendiamo oggi, 20/01/2018, dal FOGLIO a pag.3 e da LIBERO a pag.12
Il Foglio-Editoriale: "Incompatibilità con gli antisemiti"
Manifestazione a Francoforte
La Germania pensa a una legge per espellere "chi non accetta gli ebrei"
In Germania l'alleanza conservatrice guidata da Angela Merkel annuncia di voler rafforzare le leggi contro l'antisemitismo che alligna tra gli immigrati. Tra le misure a cui si pensa, c'è anche la deportazione fuori dal paese. La bozza di legge vista dal giornale Die Welt dice che "l'accettazione assoluta della vita degli ebrei" è un requisito minimo per l'integrazione e che coloro che "rifiutano la vita degli ebrei in Germania e che mettono in dubbio il diritto a esistere di Israele non hanno posto nel nostro paese".
La proposta di legge è stata pensata dopo le manifestazioni di piazza contro la decisione dell'Amministrazione Trump di spostare l'ambasciata americana a Gerusalemme - un annuncio che non fa che ratificare una linea politica accettata dagli ultimi quattro presidenti americani, tutti d'accordo nel sostenere che la capitale di Israele è Gerusalemme. Durante le proteste in Germania si sono sentiti cori antisemiti e sono state bruciate bandiere dello stato di Israele, come del resto è accaduto anche a Milano, in Italia. Forse perché i tedeschi hanno un ricordo più vivo dell'antisemitismo, avanzano ora una proposta che è esplicitamente diretta, come dice il vice presidente del gruppo Csu- Cdu Stephan Harbarth, "agli immigrati dai paesi africani con un background arabo" - che sono cresciuti in un clima di antisemitismo storico.
La Germania, che pure ha accettato di accogliere un milione di rifugiati siriani, riconosce per prima che c'è un problema di incompatibilità: se pensi che gli ebrei non possano vivere nella tua società, allora non puoi vivere in questa società.
Libero-Daniel Mosseri:"Ebrei tedeschi spiati dagli iraniani, Berlino sottomessa agli ayatollah"
Daniel Mosseri dimostrazione anti Israele a Berlino
Antisemitismo e odio per Israele, sicurezza delle comunità ebraiche e relazioni con l'Iran. Nel giro di poche ore Berlino è diventata una fonte senza fine di notizie legate a questi temi. La prima, la più clamorosa: agenti iraniani hanno attivamente spiato le organizzazioni ebraiche a Berlino. Lo ha rivelato Focus, dopo che sotto indicazioni dell'intelligence tedesca, la procura federale ha disposto la perquisizione di una serie di appartamenti legati a dieci agenti della Repubblica islamica attivi in Germania. Fra gli obiettivi delle spie iraniane ci sarebbero anche la filiale di Alexanderplatz (a Berlino est) di una comunità ebraica ortodossa, il giovane rabbino che la anima, ma anche alcuni circoli sportivi ebraici fra i quali il Makkabi Berlin. Secondo quanto riferito da Spiegel, una settimana fa il ministero degli Esteri tedesco ha protestato con il governo di Teheran, accusandolo di spionaggio. Sorvegliato speciale anche Reinhold Robbe, ex deputato socialdemocratico, incaricato dal partito di seguire le questioni militari, finito nel mirino degli iraniani per i suoi stretti rapporti con Israele.
Non è un mistero che lo scorso ottobre Berlino abbia firmato un accordo milionario con Gerusalemme per la fornitura di tre sommergibili Dolphin prodotti dalla ThyssenKrupp.
L'Iran, che da anni inneggia alla distruzione dello Stato ebraico, sostiene attivamente con finanziamenti e armi tutti i peggiori nemici di Israele: dalle milizie sciite libanesi di Hezbollah, ai terroristi sunniti di Hamas. Perciò, nel gioco delle relazioni internazionali, gli agenti iraniani in Germania cercano di saperne di più sugli scambi di materiale militare fra Berlino e Gerusalemme.
E invece del tutto contrario a ogni logica di buon senso, e pericoloso, che le spie degli ayatollah si insinuino all'interno della comunità ebraica tedesca.
Le pessime frequentazioni degli ayatollah hanno messo in allarme il Consiglio centrale degli ebrei, il cui presidente Josef Schuster, ha dichiarato che «ancora una volta» la Repubblica islamica ha dimostrato di voler mettere in pratica i suoi atteggiamenti antiisraeliani e antisemiti anche al di fuori dei suoi confini nazionali. Denunciando «la chiara motivazione antiebraica» delle spiate iraniane, Schuster ha chiesto che le azioni di Teheran «non restino impunite». Al governo tedesco, il presidente delle comunità ebraiche ha chiesto di «riconsiderare le sue relazioni con l'Iran, il maggiore finanziatore del terrorismo al mondo e uno Stato che nega l'Olocausto».
Difficile che Merkel e suoi alleati socialdemocratici diano ascolto a Schuster: negli scorsi anni, la Germania è stata fra le più solerti sostenitrici dell'accordo sul nucleare iraniano. Accordo che, voluto da Barack Obama e criticato ma non denunciato da Donald Trump, ha permesso lo sdoganamento del regime degli ayatollah e il ritorno degli investitori occidentali, tedeschi e italiani in primis, in Persia.
E' una Germania un po' strabica, che stringe la mano agli ayatollah da un lato e si batte il petto per lo sterminio degli ebrei dall'altro. Risale appena a giovedl un lungo dibattito al Bundestag su antisemitismo e odio per Israele. A Berlino come a Milano le dichiarazioni di Trump secondo cui è giusto riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele sono state accolte da manifestazioni di giovani islamici.
In un tripudio di bandiere turche e di Hezbollah, anziché inneggiare alla pace in Medio Oriente, decine di giovani barbuti hanno cantato inni di guerra, ricordato l'invasione da parte di Maometto dell'oasi ebraica di Khaybar nel 628 d.C. e minacciato gli ebrei. Gesti che, uniti a una generale recrudescenza dei fenomeni di antisemitismo e antisionisimo in tutta la Germania, con pestaggi di ebrei nella metropolitana e minacce davanti ai ristoranti israeliani, hanno spinto i partiti politici a una riflessione. E stato il capogruppo Cdu Volker Kauder a ricordare che «noi tedeschi abbiamo una responsabilità speciale e dobbiamo assicurarci che l'antisemitismo non aumenti».
Kauder ha anche ricordato che l'odio per gli ebrei (antisemitismo) e per il loro Stato (antisionismo) non è più monopolio dell'estrema destra «ma cresce fra gli immigrati del Medio Oriente, una regione in cui l'odio per Israele è all'ordine del giorno».
E, con riferimento alle recenti scene di violenza sotto la Porta di Brandeburgo, ha concluso: «Da noi in Germania la bandiera israeliana ha un significato importante, e non possiamo permettere che venga bruciata».
La mozione trasversale che chiede l'istituzione di un Commissario speciale contro l'odio antiebraico è stata approvata a grande maggioranza dai deputati, compresi quelli dell'AfD. L'unico partito astenuto è stata la Linke (social-comunisti), i cui dirigenti hanno protestato per non essere stati invitati a firmare la mozione dagli altri proponenti.
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