Riprendiamo dalla REPUBBLICA - TORINO di oggi, 16/01/2018, a pag. VI, con il titolo "L'iniziativa Israele e 'l'apartheid' dei palestinesi, nuova polemica in ateneo", la cronaca di Jacopo Ricca.
L'iniziativa dello sparuto gruppetto "Progetto Palestina" fa parte degli eventi organizzati da BDS Italia, la diramazione nel nostro Paese del movimento che vuole la distruzione di Israele in stile nazista. Paragonare Israele e il Sudafrica dell'apartheid non solo è infondato storicamente, ma è anche un esempio di antisemitismo, sarebbe ora che le università ne prendessero atto e agissero di conseguenza, non concedendo aule per occasioni di diffusione di odio come questa.
Ecco l'articolo:
Il Campus Einaudi
Il Technion
La questione palestinese torna a infiammare le aule universitarie torinesi. Questa volta però non è il discusso accordo con il Technion, l'ateneo di Haifa che una parte degli studenti e dei docenti vorrebbero fosse boicottato. Questa volta si parla della politica israeliana nei confronti dei palestinesi e lo si fa paragonandola, in un convegno questo pomeriggio al Campus Luigi Einaudi, con il Sudafrica dell'apartheid. L'incontro è stato organizzato dall'associazione studentesca "Progetto Palestina", ma ha incassato il sostegno anche del dipartimento di Culture, politica e società, l'ex facoltà di Scienze Politiche, che ha concesso l'aula dove Salim Vally, professore all'Università di Johannesburg, in Sudafrica, da tempo impegnato nel sostenere i diritti del popolo palestinese, proporrà la sua lezione "Apartheid in Sudafrica e Israele: il ruolo del boicottaggio".
BDS: bigotti, doppio standard, antisemiti
Un titolo inequivocabile, il cui contenuto è confermato anche dagli organizzatori: «L'Università di Torino è la prima istituzione italiana dove si dà spazio a questo tema - commentano gli studenti di "Progetto Palestina" - Si tratta di un incontro di valore scientifico dove saranno esposte le posizioni di un esperto che studia la materia da molti anni». Vally, direttore del "Centro per i diritti e la trasformazione dell'istruzione" dell'ateneo di Johannesburg, si è distinto da tempo per posizioni vicine al popolo palestinese tanto che alcuni anni fa le autorità israeliane gli hanno negato il permesso di raggiungere i territori occupati per una conferenza: «Tra chi studia il conflitto tra Israele e Palestina non è l'unico a fare un paragone con l'apartheid in Sudafrica e noi abbiamo intenzione di continuare questo ciclo invitando anche altri esperti» raccontano gli attivisti che, negli anni scorsi, hanno anche sostenuto il boicottaggio accademico dei centri di ricerca israeliani. E proprio l'importanza dell'attività di boicottaggio per eliminare la segregazione in Sudafrica sarà al centro dell'incontro di oggi dove interverranno anche Elana Ochse e Simona Taliani: «Sarà un confronto scientifico e non politico cui parteciperanno anche docenti dell'Università» promettono i militanti di "Progetto Palestina". La scelta del tema però è destinata a riportare a galla le fazioni che danni si contrappongono in ateneo, anche tra i professori.
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