Gent.ma Sig.ra Deborah Fait,
Ieri mi è capitato di assistere in una casa privata a una discussione tra amici, ebrei e non, sulla questione medio-orientale. Tanto per cominciare, la maggior parte di loro erano non dico filo-israeliani, ma per lo meno erano concordi contro il terrorismo arabo e filopalestinista o filopalestinese come dir si voglia. Il che a parer mio è già un punto di vantaggio. Quando mi è capitato di citare IC, qualcuno ha non dico storto il naso, ma mi ha fatto presente che quando IC cita come fonte la stampa cattolica, esempio l’Osservatore Romano o Avvenire o altri della stessa area, riferisce soltanto le frasi interessate, estrapolate dal loro contesto, rischiando di alterarne il senso e forse di fare dire all’articolista o agli articolisti ciò che magari non volevano dire. Non dico che ciò succeda sempre, ma potrebbe anche accadere. Ora, non avendo elementi per giudicare, perché la mia unica fonte di informazione è IL GIORNALE, dato che non leggo né O.R. né A., io riporto solo quanto qualcuno mi ha fatto presente. Quanto poi alla controversa figura di Pio XII, non riesco a capire: ricordo che subito dopo la guerra, 1948-49, un rabbino americano giunto in Italia, intervistato da alcuni giornalisti dell’Unità e dell’Avanti!, ostili sia alla Chiesa sia soprattutto a quel Papa, alla domanda esplicita su cosa ne pensasse del Pontefice, rispose che “per dare un giudizio sereno occorre riportarsi alla mentalità corrente del tempo, tenendo conto delle prevedibili rappresaglie tedesche, che avrebbero prodotto un effetto negativo di cui ne avrebbero fatto le spese non solo i cattolici, ma anche gli stessi ebrei, per cui sarebbe stato un rimedio peggiore del male; comunque fu già atto di coraggio, in quel frangente, fare aprire le chiese, i conventi e tutti gli edifici sacri anche e soprattutto agli ebrei, che senza un ordine della Santa Sede avrebbero dovuto sottostare alla norma del diritto canonico, come pure ordinare in tutte le messe festive e domenicali in tutte le chiese del Reich e dei paesi occupati dagli eserciti dell’Asse le varie lettere pastorali che senza peli sulla lingua denunciavano il comportamento disumano delle autorità tedesche (pur senza farne ovviamente il nome, per lo stesso motivo sopra indicato)”. Cosí grossomodo aveva risposto il rabbino. Me ne ricordo (avevo 13-14 anni) perché ne parlavamo anche in casa, giudicando il fatto molto positivo. Nel 1965, a distanza di diciassette o diciotto anni, ebbe inizio il voltafaccia – non so se fatto apposta o per pura coincidenza – con la rappresentazione di una pièce tedesca, „Der Stellvertreter“ (Il Vicario) di Rolf Hochhuth, un oscuro giornalista della DDR, evidentemente commissionato dalle autorità della DDR, allo scopo proprio di screditare il Papa, che invece con tutte le sue possibilità non certo fisiche o belliche, ma soprattutto morali, si era adoperato per salvare quanti piú esseri umani possibili dall’atroce destino che li attendeva in quei vagoni merci di sola andata. Comunque la Storia – e soltanto la Storia – magari a distanza di anni, forse anche di secoli, sarà in grado di pronunciare il suo sereno e imparziale giudizio. Fino allora dirò col mio amico Don Lisander: “……… ai posteri l’ardua sentenza”.
Fino allora… Shalom.
Mario Salvatore Manca di Villahermosa
Gentile Mario Salvatore,
I suoi amici dovrebbero prestare più attenzione. Informazionecorretta non si limita mai ad estrapolare frasi di articoli rischiando di alterarne il senso. Ad un breve commento di presentazione segue sempre, tutto intero, l'articolo in questione che chiunque può leggere e giudicare nel bene o nel male. Basta avere la pazienza di continuare nella lettura. Lo faccia presente ai suoi amici. Riguardo a Pio XII il discorso è molto complicato tanto che da anni ne discutono analisti politici e filosofi e alti prelati del Vaticano. Personalmente non trovo sia corretto dire:“Per dare un giudizio sereno occorre riportarsi alla mentalità corrente del tempo...". Si sta parlando di genocidio, si sta parlando di rastrellamenti per tutta Roma per scovare gli ebrei da deportare nei campi della morte, nessuna mentalità del tempo poteva giustificare l'orrore di quanto stava accadendo. Nemmeno il timore di rappresaglie. Chi avrebbe potuto toccare il Papa? Nemmeno Hitler nella sua sete di morte avrebbe potuto farlo. E' vero che molte chiese e conventi hanno accolto degli ebrei nel tentativo di salvar loro la vita ma credo abbiano fatto il loro dovere di buoni cristiani. Molti italiani, molti europei, pur non essendo religiosi, hanno tentato di salvare gli ebrei a costo della loro stessa vita. I loro nomi sono tutti scritti allo Yad vaShem di Gerusalemme dove, per la verità, non abbondano quelli di religiosi. Vi sono molte leggende vere o false intorno a quel periodo, una di queste racconta di come la Chiesa abbia agevolato la fuga dei criminali nazisti procurando loro i passaporti per il Sud America o per alcuni paesi arabi. Tutto questo non fa pensar bene. Non potremo mai sapere se il Papa di allora abbia fatto bene a non ribellarsi alle Leggi razziste e poi alla deportazione degli ebrei, certo è che un atto di coraggio il Capo supremo della Cristianità poteva farlo.
Un cordiale shalom