Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/01/2018, a pag. 12, con il titolo "Aznavour le canta alla sinistra: 'Selezioniamo gli immigrati' " il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon
Charles Aznavour
Per la prima volta nella storia recente della Francia, il numero di richieste d'asilo ha superato la barra delle 100.000 unità, un'esplosione di dossier, registrata nell'anno 2017 dall'Office français de protection des réfugiés et apatrides, che dà ragione a chi in questi anni ha denunciato l'immigrazione scriteriata. E a denunciare questa situazione, divenuta oramai insostenibile, non sono più soltanto i bruni sporchi e cattivi del Front national, o gli intellettuali della destra identitaria come Eric Zemmour e Alain Finkielkraut, ma anche una delle figure simbolo della gauche intellettuale: il cantante, compositore e scrittore francese Charles Aznavour. Ospite del telegiornale di France 2, domenica sera, Aznavour ha espresso senza peli sulla lingua la sua opinione sui migranti, affermando che bisogna «fare una selezione» tra queste persone, tenendo soltanto i «geni» e coloro che possono essere «utili» alla Francia. «Bisogna sapere con chi abbiamo a che fare», ha detto il celebre cantautore guardando negli occhi il giornalista Laurent Delahousse, prima di sviluppare la sua analisi: «Fra queste persone, ci sono forse dei geni. E sicuramente ci sono delle persone utili (... ) Non possiamo accogliere tutti in casa propria, non è facile e poi non sarebbe normale. Potremmo fare una selezione. Potremmo avere delle persone interessanti che passano». Delahousse, principe dei benpensanti del giornalismo francese, quasi non credeva alle sue orecchie. Gli aveva fatto la solita domandina sull'accoglienza dei migranti, convinto di sentire l'abituale melassa buonista, il consueto panegirico in difesa delle frontiere aperte, e invece Aznavour, a 93 anni, lo ha totalmente spiazzato. Le sue frasi hanno subito suscitato l'ira delle associazioni pro-migranti e di molte persone che su Twitter lo hanno ricoperto di insulti. «Aznavour propone una "selezione" dei migranti per non perdere i "geni"! Teniamo i più talentuosi e gli altri possono ritornare a morire nei loro Paesi in guerra! È scioccante sentire queste parole!», scrive un utente su Twitter. Altri, senza vergogna, dicono che quelle frasi sono frutto della sua «demenza senile», altri ancora gli ricordano che è di origine armena, che è lui stesso un «migrante», e dunque dovrebbe starsene zitto.
«Charlou, hai perso un'occasione per chiudere la bocca!», scrive tale Margaux Vaghi su Twitter, «ignobile questa nozione di "selezione" con tutto ciò che può sottintendere...! Sono veramente scioccata!», aggiunge un'altra indignata da tastiera, con gli hashtag #inhumain (disumano) # dégoût (disgusto). È bastata una frase contraria al pensiero unico per diventare un infrequentabile, un razzista, al punto che al cune persone reclamano di ritirargli la Legion d'onore, di cui è stato insignito nel 2004, e tutte le onorificenze che si è meritato con le sue canzoni nel corso di una formidabile carriera. Eroe nazionale dell'Armenia, autore di brani indimenticabili come «La Bohème», Aznayour, come tutti coloro che hanno messo in discussione la religione immigrazionista, è ora un bersaglio dei benpensanti. Lui, per ora, si rifiuta di rispondere a questa polemica sollevata dalla solita sinistra multiculti. E probabilmente non risponderà mai. A destra, le dichiarazioni di Aznavour, sono state invece gradite. «Complimenti a Charles Aznavour, lucido sull'immigrazione, che prende in contropiede lo star-system affermando che sarebbe meglio selezionare i migranti prima del loro arrivo in Francia e far venire soltanto i geni», hanno scritto i proprietari dell'account "Avec Marine", vicini al Front national. Un altro utente ha sottolineato come siano semplicemente delle frasi di buonsenso quelle del cantante parigino: «Ciò che Aznavour ha voluto dire su France 2, è che non si può accogliere tutta la miseria del mondo, molto semplicemente. Bisogna smetterla di essere scioccati da tutto. Il peggio è che con il politicamente corretto, non oseremo più dire nulla. Io difendo la libertà d'espressione!». Vallo a spiegare alla gauche benpensante.
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