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Un assordante silenzio A destra: l'Iran e l'Europa Cari amici,
Questa divisione si vede molto bene oggi a proposito dell’Iran. Da un lato c’è l’assordante silenzio dell’Europa, delle sue istituzioni rappresentative, dell’amica di Arafat, Mogherini; ma anche di Macron e della Merkel, di Renzi e di Gentiloni e di Alfano e di Mattarella, che non spendono una parola per i giovani che lottano per la loro libertà a Teheran. C’è il campo obamiano che consiglia all’America silenzio (e cioè complicità, come quella di Obama nel 2009, quando in mezzo alla repressione di un’altra ondata di proteste scrisse al Fuehrer (pardon, guida suprema) dell’Iran, offrendo trattative. E c’è chi ai giovani persiani offre almeno solidarietà, pensa a sanzioni contro gli ayatollah, non dimentica il proprio ruolo: Trump, Netanyahu, alcune minoranze in Europa. Questa contrapposizione è chiara anche a osservatori molto meno critici dell’Unione Europea e di Obama di quanto lo siamo noi (http://www.lastampa.it/2018/01/02/cultura/opinioni/editoriali/iran-la-rivolta-che-pu-cambiare-il-medio-oriente-OJYrTgJCnFF8Vxav3mTycK/pagina.html). E’ importante capire che questa viltà in rapporto all’Iran non è affatto isolata, corrisponde allo stesso atteggiamento che l’Europa ha preso nei confronti della Turchia durante la paurosa repressione di Erdogan di un tentativo di colpo di stato che forse è solo una provocazione, con decine di migliaia di arresti, licenziamenti di professori e altri dipendenti pubblici, la neutralizzazione dell’opposizione e dell’intero sistema dei media. Ma tutto quello che viene dall’Islam, per costoro, è buono e giusto, come insegna il papa (https://twitter.com/AmyMek/status/948056709850951680/video/1, https://www.jihadwatch.org/2018/01/pope-those-who-decry-security-risks-of-muslim-migrants-demean-the-human-dignity-of-the-sons-and-daughters-of-god). E’ una politica, di cui noi di solito vediamo il versante antisraeliano, per esempio dei principali ex collaboratori di Obama come Kerry (http://www.jpost.com/Israel-News/MK-Oren-John-Kerry-has-acrid-and-obsessive-place-in-his-heart-for-Israel-515492) o degli interventi illegali dei diplomatici europei contro le leggi israeliane in territorio israeliano (http://www.jewishpress.com/indepth/opinions/the-chutzpah-of-eu-intervention/2017/12/28/). Ma che ha un'ampiezza molto maggiore e danneggia soprattutto l'Europa, la sua identità, i suoi valori, i suoi interessi geopolitici. La parte vile e autorazzista della politica europea, diciamo pure Eurabia o l'Antieuropa si è impadronita delle istituzioni politiche del continente e vi resiste, anche se progressivamente viene cacciata dal potere negli stati. Oggi Eurabia non è solo nemica di Israele (e del popolo iraniano, di quello turco ecc.), ma anche degli europei. L'Unione Europea e i suoi quattro stati più grandi, inclusa l'Italia, hanno avuto la bella idea di protestare qualche settimana fa con gli Usa perché osava abbassare le tasse (http://www.lastampa.it/2017/12/12/esteri/i-tagli-alle-tasse-ci-danneggiano-leuropa-contro-la-riforma-di-trump-RjcwF8nCCIBb6MNIWOIKaK/pagina.html), ma di fronte agli eccidi degli ayatollah tacciono solenni tutti assieme. Che schifo! La forma più concreta di soldarietà che possiamo dare ai popoli oppressi dall'islamismo è lavorare perché questa situazione delle istituzioni europee finisca. Ricordiamocene alle elezioni di marzo. Ricordiamoci non solo dei recenti voti all'Onu, ma del fatto che Renzi, due anni fa, è stato il primo leader europeo ad accorrere alla corte degli ayatollah dopo la fine delle sanzioni (http://www.repubblica.it/politica/2016/04/12/news/iran_renzi_a_teheran_il_premier_
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