Riprendiamo dalla agenzia ADNKROS del 30/12/2017, con il titolo "M5S: Fake news che indagati saranno candidabili " un riassunto della linea politica che il movimento di Grillo & Casaleggio applicherà in parlamento dopo le elezioni del 4 marzo. Un esercito di robot agli ordini di una società privata che distruggerà la nostra democrazia. Che la fionda di Davide ci liberi al più presto da questo futuro da incubo.
Evidente l'incostituzionalità del vincolo di mandato che deriva dagli obblighi di votare come dicono Grillo & Casaleggio e la multa se uno se ne va o viene espulso, più la possibilità di candidare a loro piacimento gli indagati, il fatto che in sostanza i deputati diventano loro dipenendti o meglio, non avendo diritti politici o sindacali, "schiavi per debiti".
Se fanno questo ai loro fedelissimi selezionati, che faranno delle libertà degli italiani una volta al potere? E' vero che questo contratto dovrebbe essere facilmente annullato da un tribunale, ma una volta che comandassero, quale incubo burocratico-stalinista-padronale ci si aprirebbe davanti. Avremo il nuovo fascismo aziendalista a governare l'Italia
I due burattinai con due robot
"Fake news" che "secondo le nuove regole del Movimento 5 Stelle anche gli indagati saranno candidabili. È falso". È quanto precisa il MoVimento 5 Stelle in una nota. "C'è scritto infatti nel codice etico -prosegue il comunicato - che il portavoce dovrà 'rinunciare alla propria candidatura nel caso in cui, avuta notizia dell’esistenza di un procedimento penale a proprio carico, emergano elementi idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell’immagine del MoVimento 5 Stelle, a prescindere dall’esito e dagli sviluppi del procedimento penale accettando, ora per allora, le determinazioni che sul punto gli Organi dell’Associazione a ciò deputati riterranno di esprimere'".
Nel Codice è scritto anche che "la ricezione, da parte del portavoce, di 'informazioni di garanzia' o di un 'avviso di conclusione delle indagini' non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso".
MULTE - "Ciascun parlamentare italiano, europeo e Consigliere Regionale eletto all’esito di una competizione elettorale nella quale si sia presentato sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle si obbliga a rinunciare ad ogni trattamento pensionistico privilegiato e all’assegno di fine mandato, a doppie indennità e a doppi rimborsi" si legge nel Codice etico del Movimento Cinque Stelle, all'articolo 5. Articolo che conferma le anticipazioni della vigilia circa la sanzione a carico di chi si ritrova fuori per scelta o sanzione: siccome gli oneri per l’attività politica e le campagne elettorali sono integralmente a carico del MoVimento 5 Stelle, ciascun parlamentare, in caso di espulsione dal Gruppo o dal Movimento, abbandono degli stessi, ma anche di dimissioni anticipate dalla carica non determinate da gravi ragioni personali e/o di salute ma da motivi di dissenso politico, "sarà obbligato a pagare al Movimento 5 Stelle, entro dieci giorni dalla data di accadimento di uno degli eventi sopra indicati, a titolo di penale, la somma di € 100.000,00 quale indennizzo per gli oneri sopra indicati per l’elezione del parlamentare stesso".
OBBLIGHI ELETTI - Fra i numerosi e dettagliati obblighi a carico dei portavoce M5S, il Codice etico reso noto oggi dispone all'articolo 3 quelli di "compiere ogni atto funzionale all’attuazione e realizzazione del programma del MoVimento 5 Stelle e ad astenersi da qualsivoglia comportamento che possa risultare di ostacolo per l’attuazione e realizzazione del programma medesimo"; "sostenere all’interno delle rispettive assemblee i Sindaci ed i Presidenti di Regione eletti sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle". C'è anche l'obbligo di "votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del Consiglio dei ministri espressione del Movimento 5 Stelle".
C'è, inoltre, l'obbligo di "contribuire personalmente all’attività del Movimento 5 Stelle con uno specifico onere di concorso economico, proporzionale alle indennità percepite per coloro che sono eletti ovvero designati nelle istituzioni". I portavoce sono tenuti, quindi, "a garantire una piena trasparenza patrimoniale fornendo i dati relativi alle attività professionali svolte, i redditi e gli incarichi ricevuti con i relativi compensi nonché segnalare situazioni di potenziale conflitto di interesse tra la propria posizione personale e i compiti svolti in ragione del ruolo; a evitare il cumulo di mandati in organi politico-istituzionali eletti a suffragio universale; a non conferire alcun incarico come assistente a conviventi, affini o persone con rapporto di parentela fino al secondo grado di qualunque altro portavoce eletto nel medesimo consesso (intendendosi come tale il Parlamento nelle sue articolazioni), anche a titolo gratuito".
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