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Il Foglio Rassegna Stampa
20.12.2017 La nascita degli Stati Uniti d'America
Il libro di Giuliana Iurlano, Antonio Donno

Testata: Il Foglio
Data: 20 dicembre 2017
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «La nascita degli Stati Uniti d'America»

Riprendiamo dal FOGLIO, a pag. 3 la recensione a "La nascita degli Stati Uniti d'America" di Giuliana Iurlano, Antonio Donno.

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Giuliana Iurlano, Antonio Donno

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La copertina (FrancoAngeli ed.)

La triste verità della faccenda – ha scritto la filosofa Hannah Arendt – è che la rivoluzione francese, che terminò nel disastro, è diventata storia del mondo, mentre la rivoluzione americana, che terminò col più trionfante successo, è rimasta un evento di importanza poco più che locale”. E’ innanzitutto a questa stortura storiografica e culturale che gli autori del libro – Giuliana Iurlano e Antonio Donno – tentano meritoriamente di rimediare. Lo fanno attraverso tre saggi diversi, il primo dei quali si sofferma sulle interpretazioni della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. Il testo del 1776 è definito come “una perfetta deduzione razionale, che mette definitivamente al riparo i diritti inviolabili dell’uomo dall’azione di qualunque governo tirannico e che interpreta la libertà non come arbitrium indifferentiae, ma come ‘il vero fine dello stato’”. Ogni riferimento al lessico del filosofo olandese Baruch Spinoza (m. 1677) è puramente voluto, lascia intendere Iurlano scandagliando con maestria le ispirazioni intellettuali e i riferimenti bibliografici dei Padri fondatori americani, anche perché “non è un caso che i diritti inalienabili dell’uo - mo, nella Dichiarazione d’indipendenza, siano stati strettamente collegati a un piano superiore trascendente, il Dio della Natura, e, di conseguenza, possano essere soltanto ‘estesi’ sia quantitativamente, sia inclusivamente, ma mai eliminati, proprio perché non ‘concessi’ da alcuna autorità politica terrena; esattamente il contrario accadde in Francia, dove la domanda principale a cui la rivoluzione avrebbe dovuto rispondere era ‘chi governa?’ – e non, come in America, ‘chi controlla i governanti?’ –, cioè chi avrebbe concesso i diritti ai cittadini francesi?”. Tale tensione filosofica tra Vecchio e Nuovo mondo non può non tradursi, fin dall’esordio degli Stati Uniti come attore autonomo sullo scacchiere internazionale, in tensione geopolitica. Proprio questo è l’oggetto della seconda e della terza parte del libro. Ricostruendo il pensiero politico di George Washington, primo presidente americano dal 1789 al 1797, Iurlano passa in rassegna le ragioni ben ponderate dell’opzione neutralista in politica estera, affiancata al laissez-faire che costituiva allora “un importante elemento di novità del panorama economico e commerciale del tempo, un elemento che legava inscindibilmente non solo la politica e l’economia della nuova nazione, ma anche la sua sfera domestica e quella internazionale, mettendo così in luce un’altra importante caratteristica della prima politica estera statunitense, vale a dire il fatto che ‘il modo di pensare intrinseco a una società libera fosse il primo e più importante elemento nella sua formulazione’”. Non a caso l’anelito della libertà di navigazione diventa il movente principale della cosiddetta “naval diplomacy” a stelle e strisce e quindi di una delle prime azioni eclatanti che Washington porta a termine fuori dai suoi confini, addirittura nel mar Mediterraneo, vale a dire la deterrenza militare ai danni dei Barbary States da cui partivano i corsari mori e l’imposizione ai sovrani nordafricani di “una pace per mezzo della guerra” (cit. Thomas Jefferson). Infine Donno analizza la guerra anglo-americana del 1812-1815, quella che alcuni storici statunitensi chiamano “la seconda Guerra d’indipendenza”, anch’essa ricca di risvolti economici tanto nella sua genesi quanto nel suo svolgimento. In definitiva un libro prezioso, specie in tempi come quelli attuali, fatti di reciproche incomprensioni tra le due sponde dell’Atlantico, di semplificazioni eccessive e – perché negarlo – di rinvigorito anti americanismo.

 

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