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La Repubblica Rassegna Stampa
15.12.2017 Louis-Ferdinad Céline, antisemita e razzista
Commento di Anais Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 15 dicembre 2017
Pagina: 46
Autore: Anais Ginori
Titolo: «Macron contro Céline, e non sono 'bagatelle'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 15/12/2017, a pag. 46, con il titolo "Macron contro Céline, e non sono 'bagatelle' ", il commento di Anais Ginori.

Céline è stato un criminale, se le sue previsioni e speranze si fossero avverate oggi l'Europa sarebbe sotto dittatura nazista. L'edizione critica delle sue opere che uscirà in Francia, se fatta in modo scientificamente inappuntabile, è uno strumento per conoscere le sue teorie antisemite e razziste: come la pubblicazione due anni fa del testo con note critiche di "Mein Kampf", non è dunque una cattiva notizia.

Ecco l'articolo:

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Anais Ginori

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Louis-Ferdinad Céline

Era stato Céline a chiedere che non fossero ripubblicati alcuni dei suoi testi più controversi, dichiaratamente antisemiti, scritti prima della guerra, come Bagatelles pour un massacre, L’Ecole des cadavres e Les beaux draps. La scelta del romanziere è stata fatta rispettare dopo la sua morte, nel 1961, dalla vedova Lucette Destouches fino ai giorni nostri. Gallimard ha deciso di rompere il divieto, annunciando di voler raccogliere i testi in un volume intitolato Ecrits polémiques. Prevista per l’anno prossimo, la raccolta è ispirata a quella già pubblicata in Canada nel 2012. I promotori dell’edizione avevano allora sottolineato che i testi antisemiti di Céline circolavano già ampiamente su Internet, senza nessuna nota critica. L’edizione canadese era corredata da oltre 400 pagine di note. Gallimard si starebbe muovendo sulla falsa riga, affidando la curatela al critico Pierre Assouline. La notizia ha provocato la mobilitazione di alcune associazioni e la reazione del governo. Il delegato interministeriale per la lotta al razzismo e all’antisemitismo, ha scritto all’editore Antoine Gallimard per chiedere “garanzie”. «In un contesto in cui il flagello antisemita va più che mai combattuto con forza, le modalità di presentazione al grande pubblico di questi scritti vanno pensate attentamente», avverte il delegato, Fréderic Poitier. Secondo il rappresentante del governo non si tratta di censurare il testo ma di contestualizzarlo e affiancarlo dall’analisi critica. «La qualità dell’apparato critico che accompagna questi testi — dice Poitier — come anche la capacità di chiarire il contesto storico e ideologico in cui vennero prodotti e la comprensione dei trascorsi dell’autore nonché gli errori fattuali in essi contenuti, diventa determinante». Pubblicati nel 1937, 1938 e 1941, i tre libri non vengono pubblicati dalla fine della Seconda guerra mondiale. La vedova Lucette, 105 anni, che vive ancora nella casa di Meudon dove lavorava Louis-Ferdinand Destouches, si sarebbe convinta ad autorizzare la pubblicazione prima che i testi finiscano nel pubblico dominio. François Gibault, biografo di Céline ed esecutore testamentario del romanziere, sostiene che era importante prevenire edizioni “selvagge” dei testi e affidarsi a un editore serio. Gibault osserva che l’edizione del 2012 in Canada non ha «fatto così tante polemiche». «Forse conclude — i tempi sono maturi per leggere questi testi con la giusta distanza».

 

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