A destra: la prima pagina indecente di Repubblica.
La REPUBBLICA oggi, 08/12/2017, titola a pag. 1 “La nuova Intifada per Gerusalemme” e sceglie come immagine di apertura del giornale il più becero stereotipo antisemita: una soldatessa israeliana che punta il fucile contro un innocente e inerme anziano arabo.
Anche il MANIFESTO, che contro Israele fa propaganda quotidiana, pubblica la stessa foto ma a pagina 3, la Repubblica riesce dunque a fare peggio. La scelta del giornale diretto da Calabresi è vergognosa.
Sono molti i quotidiani che oggi diffondono disinformazione contro Israele. La stessa Repubblica, oltre alla pagina 1, indecente, pubblica un servizio di Lucio Caracciolo che sostiene che “Trump scatena la rivolta palestinese a Gaza e in Cisgiordania”. Le responsabilità del terrorismo – che esiste da almeno un secolo, non ha certo bisogno di Trump come pretesto – sono azzerate e rovesciate su chi cerca di combatterlo. La Repubblica è in linea con il Manifesto, che scrive di “Effetto Trump” e parla di Israele come di un “progetto coloniale e razzista” e esalta il terrorismo assassino di Hamas contro civili israeliani.
Manifestazione antisemita ieri a Ramallah
Il CORRIERE della SERA, pur senza giungere al livello di Repubblica e Manifesto, pubblica due pezzi non equilibrati su Israele di Lorenzo Cremonesi, che insiste sui significati simbolici di Gerusalemme ma perde di vista l’attualità, cioè il fatto che si tratta oggi della capitale dello Stato di Israele. Cremonesi si dilunga sulla crescita demografica della città, non scrive però che solo da quando (1967) la città è unita sotto la gestione israeliana è possibile per chiunque spostarsi e vivere nella capitale.
Di autentica propaganda il pezzo di Roberta Zunini sul FATTO QUOTIDIANO, che lamenta la scarsa coesione tra fazioni arabe palestinesi. Secondo Zunini il terrorismo di Hamas sarebbe un vantaggio per il governo Netanyahu, che avrebbe avuto bisogno di "un nemico per rinsaldare il potere". Affermazioni dettate da ideologia anti-Israele, come sempre negli articoli di Zunini.
L' OSSERVATORE ROMANO afferma che "Trump è solo" in questa scelta, come se questo fosse decisivo per spiegare se una scelta è giusta o no. OR inoltre si dilunga in disquisizioni sul tema "Gerusalemme capitale di tutti". Perché non proporre allora Roma e San Pietro "capitale di tutti"? Perché non scrivere che solo da quando Gerusalemme è unificata sotto Israele è una città aperta a tutti?
Sul MATTINO, Franco Cardini, noto odiatore di Israele, scrive a proposito della decisione di Trump di un "fuoco di paglia che può attizzare un incendio". Il terrorismo arabo palestinese non viene neanche citato, mentre in realtà l'incendio in Medio Oriente è dovuto, da almeno un secolo, proprio a questo. Per questo il commento di Cardini è fuorviante e fazioso.