Ieri pomeriggio, durante la trasmissione radiofonica di Rai Radio Tre "Caccia al libro", nella quale si cercano libri introvabili o fuori catalogo, un ascoltatore ha chiesto di rintracciargli una copia del testo "L'industria dell'olocausto" di Norman Finkelstein, insinuando un probabile complotto per fare sparire il libro dagli scaffali delle librerie, appoggiato dalla conduttrice che ricordava i sostenitori di lusso, come Moni Ovadia e altri, delle sue tesi. Come al solito un complotto ebraico per fare sparire le "verità" scomode. Non è forse che, avendo ricevuto pesanti critiche da intellettuali seri, lo hanno ritirato perché non vendeva più?
Lettera firmata
Gentile amico/a, Non credo che "L'industria dell'Olocausto" abbia avuto molto lettori se non quelli che condividono con Finkelstein l'odio per gli ebrei o qualche psichiatra che abbia interesse a studiare il suo patetico caso di odiatore di sè. A parte le critiche avute all'ucita del libro e qualche ammiratore (si forse Moni Ovadia), è molto probabile che non sia più in catalogo. Per fortuna, direi. Un cordiale shalom