Germania: l'odio contro Israele raggiunge l'archeologia Analisi di Daniel Mosseri
Testata: Il Foglio Data: 05 dicembre 2017 Pagina: 2 Autore: Daniel Mosseri Titolo: «La Germania si inchina alla retorica antisionista anche in archeologia»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/12/2017, a pag. 2, con il titolo "La Germania si inchina alla retorica antisionista anche in archeologia", l'analisi di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
Una manifestazione di odio contro Israele a Berlino
Berlino. Dalla Germania, grande sostenitrice di Israele a parole, è arrivato un sgambetto allo stato ebraico. La politica estera di Berlino, si sa, è in mano ai socialdemocratici che non sono mai stati grandi estimatori di Israele ma in questa storia appare anche la Cdu della cancelleria Angela Merkel. Le autorità israeliane hanno dovuto cancellare l’esposizione dei manoscritti di Qumran che era stata programmata per settembre 2019 a Francoforte. Ritrovati fra il 1947 e il 1956 nella cittadina nei pressi del mar Morto, i rotoli rappresentano un’importante scoperta sotto il profilo archeologico, religioso e culturale e impreziosiscono da alcuni decenni la collezione del museo d’Israele, che ha a loro dedicato uno spazio apposito. Alla trasferta temporanea di una parte dei manoscritti a Francoforte, stavano lavorando da oltre due anni il museo di Israele e la Bibelhaus della città sul Meno. La doccia fredda è arrivata quando le autorità tedesche hanno detto che non garantiranno il ritorno dei rotoli in Israele nel caso che un’al - tra autorità straniera ne rivendichi la proprietà. Traduzione: se l’Autorità palestinese contesterà i diritti di Israele sulle antiche pergamene, Berlino congelerà la loro restituzione. Svelata per prima dalla Frankfurter Allgemeine, la precisazione non è il gesto cortesia di un amico ma suona più come un avvertimento: a differenza di altri governi europei, la Germania non riconosce la proprietà israeliana sui rotoli. “Nonostante tutti i nostri sforzi e per ragioni che non dipendono da noi, non possiamo al momento fornire le garanzie della restituzione”, ha riferito avvilito al Jerusalem Post il direttore detto Bibelhaus, Jürgen Schefzyk”. E’ stato il ministero degli Esteri tedesco a opporre il proprio no. I primi problemi sono arrivati lo scorso 25 aprile: a fronte dell’insistenza con cui il ministro degli Esteri Sigmar Gabriel in visita chiedeva di incontrare solo organizzazioni come Breaking the Silence e B’tselem, Netanyahu rifiutò di incontrare l’ospite tedesco. Le due organizzazioni contestano le forze armate e dipingono Israele come stato di apartheid.
Uno dei rotoli di Qumran
Ma quello che più ha infastidito Gerusalemme è che Gabriel abbia rifiutato di incontrare anche altri rappresentanti della società civile. A metterci una toppa ci aveva provato il capo dello stato Frank-Walter Steinmeier con un viaggio ufficiale il mese dopo. La visita di un presidente federale neoeletto è un grande onore, tuttavia personalità presenti agli incontri in Israele hanno riferito al Foglio che mai una volta Steinmeier ha dimenticato di citare Breaking the Silence o B’tselem nei suoi interventi. D’altronde anche lui viene dalla stessa scuola Spd di Gabriel. La ciliegina bipartisan sulla torta arriva però dal ministro alla Cultura Monika Grütters della Cdu. Anche lei, spiega Elio Adler dell’asso - ciazione ebraica tedesca WerteInitiative, “contesta la proprietà dei manoscritti, pur non avendo competenza a farlo”. A preoccupare i tedeschi è che Qumran sorge su territorio palestinese occupato dagli israeliani, “quando invece dovrebbero capire che i manoscritti sono una capsula del tempo degli ebrei antichi per gli ebrei moderni”. Adler spiega al Foglio che le pergamene “sono state nascoste in un periodo in cui i Romani avevano vietato il culto ebraico in Palestina”. Di conseguenza destinatari dei manoscritti non dovrebbero essere i rappresentanti di un’Autorità che punta alla creazione di uno stato palestinese che sia Judenrein. Dopo aver votato contro alla risoluzione Unesco di un anno fa secondo cui il Muro del Pianto non è il luogo più sacro all’ebraismo ma una parte del complesso musulmano delle moschee, la Germania si allinea alla vulgata antisionista in voga in ambito Onu
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