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Il Foglio Rassegna Stampa
05.12.2017 Il trionfo delle fake news: il caso della Shoah in rete
Commento di Marco Carrai

Testata: Il Foglio
Data: 05 dicembre 2017
Pagina: 2
Autore: Marco Carrai
Titolo: «Il trionfo del fake»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/12/2017, a pag. 2, con il titolo "Il trionfo del fake", l'analisi di Marco Carrai.


Marco Carrai

Chissà se nel tempo delle fake news qualcuno crederà alle parole del coordinatore toscano di Forza nuova Leonardo Cabras che, intervistato qualche giorno fa da La Zanzara, ha dichiarato che “in alcuni campi di concentramento c’erano cinema e piscine” e che c’è “un’industria dell’Olocausto e che le camere a gas non sono esistite” e – last but not least – che è impossibile che siano stati sterminati sei milioni di ebrei in quanto a quel tempo “non c’erano nemmeno sei milioni di ebrei in Europa quindi da dove li hanno tirati fuori”. Purtroppo la risposta è scontata. Sì. In molti crederanno a questa che più che una fake news è un’offesa all’umanità. Molti, come questo signore seminatore di odio credono che sia nata un’industria dell’Olocausto che si basa su falsità storiche create dai vincitori della storia. Un po’ come chi non crede che gli Stati Uniti siano mai stati sulla Luna o altre amenità che si annidano in persone il cui unico scopo è l’odio sociale. La propaganda è sempre la stessa.

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L’odio sociale verso chi si ritiene diverso e fonte delle nostre disgrazie. Verso il potere costituito ritenuto fonte di manipolazione della realtà ai fini del suo mantenimento. Tutto questo lo abbiamo già visto, il passato e la storia ci insegnano che il passato torna sempre. La storia dell’umanità è un perpetuo ripetersi. Fino a oggi la democrazia che si basava anche sulla capacità di scegliere avendo le giuste informazioni è riuscita ad avere gli anticorpi per escludere dai processi democratici questi folli personaggi. Oggi purtroppo i processi democratici sono messi in crisi da quello che apparentemente è il trionfo della democrazia: la diffusione orizzontale delle informazioni tramite i social network. In rete si amplificano le convinzioni e diventano false realtà solo perché diffuse. Non è vero ciò che è vero ma è vero ciò che è virale e ognuno cerca in rete la verità alle proprie convinzioni e non la verità oggettiva. Ecco allora che sentimenti di odio, risentimenti sociali e false convinzioni frutto di scarsa educazione trovano la loro aggregazione nei social media che si autoalimentano dando motivazioni che prima non sarebbero mai state così forti. Motivazioni talmente forti che la verità oggettiva non esiste più. Esistono molte presunte verità. Ognuno in pratica ricerca la propria e nei social media trova la conferma che vuole. Che si tratti delle fake news volte a delegittimare l’avversario politico o il confutare di verità storiche, il risultato è che l’odio sociale aumenta. Le democrazie oggi dovrebbero ripensarsi, ricordando che la forza della propaganda in tempo di crisi economica e dei valori umanitari ritenuti universali riuscì con mezzi meno potenti di quelli di oggi a fare eleggere Hitler per via democratica. Oggi non esiste un solo nazismo e un solo Olocausto; esistono molti olocausti perpetrati dalla forza della propaganda dei social che annebbia la mente delle persone. Cosa sarebbe ad esempio la propaganda globale dell’Isis senza i social network? Non si deve mai sottovalutare la violenza verbale che ancora oggi pone in capo agli ebrei le solite follie negazioniste o di complotti globali. Non basta dirsi tutti ebrei. Occorre agire anche con la forza. Sostenuti dalla forza della legge e dalla forza della ragione altrimenti ragionevole diventerà ciò che è comunemente pensato non ciò che era scritto da Dio nel cuore degli uomini.

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lettere@ilfoglio.it

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