Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/12/2017, a pag.14, con il titolo "Raid israeliano vicino a Damasco, colpita la base dei militari di Teheran" la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Israele torna a colpire in Siria, e questa volta direttamente le forze iraniane. Il raid è arrivato prima dell’alba di ieri e ha preso mira un complesso militare a El-Kiswah, 13 chilometri a Sud della capitale siriana. È un obiettivo sensibile, perché l’Intelligence israeliana sospetta che in quell’area gli iraniani stiano allestendo una propria base che potrebbe ospitare, oltre a numerosi depositi di armi, anche militari di Teheran. Tanto che, secondo la testata libanese Al-Mustaqabal, «dodici iraniani» sarebbero rimasti uccisi nel bombardamento. La tv di Stato siriana ha denunciato la «violazione della sovranità» da parte dello Stato ebraico e in un primo momento ha parlato di attacco con cacciabombardieri dallo spazio aereo libanese. Poi i media governativi si sono corretti e hanno specificato che il raid era stato condotto con missili terra-terra e due erano stati intercettati dai sistemi anti-aerei S200. Fonti dell’opposizione però confermato che almeno alcuni missili hanno raggiunto il bersaglio e si sono sentite forti esplosioni nella capitale. Le forze armate israeliane, come di consueto, non hanno né confermato né smentito. In precedenza però il ministro della Difesa Avigdor Lieberman aveva ammesso che Israele ha condotto «un centinaio di raid» contro le milizie sciite in Siria negli ultimi anni. E ieri, dopo l’attacco, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha insistito che Israele non permetterà all’Iran di «trincerarsi» nel territorio siriano e ha fatto capire che l’obiettivo dei raid erano proprio le forze iraniane. La «linea rossa», cioè il ritiro dei consiglieri Pasdaran e dei miliziani libanesi e iracheni, continua a essere ribadita agli Usa e alla Russia, mentre sono in corso i colloqui di pace di Ginevra e dopo che a Soci, Putin, Erdogan e Rohani hanno delineato i futuri assetti del Paese.
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