Il MANIFESTO di oggi dedica la prima pagina a Israele e al Giro d'Italia. Il titolo di apertura è: "Processo alla tappa", il catenaccio: "Partenza tutta in salita per il Giro d'Italia 2018 da Gerusalemme. Gli organizzatori si piegano al ricatto di Netanyahu che, pena il ritiro dei finanziamenti, ordina di non usare la dicitura 'Ovest' in riferimento alla parte israeliana della città. Come invece il diritto internazionale esige. Un'altra rovinosa caduta sportiva e politica dell'Italia".
Il quotidiano comunista ripete fino all'ossessione (anche nel commento di Michele Giorgio nelle pagine interne, che non riprendiamo) le menzogne che quotidianamente diffonde contro lo Stato ebraico, giudicato costantemente con un doppio standard evidente. E se il Manifesto piange, noi sorridiamo...
Per farci tornare il buonumore, riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 01/12/2017, a pag. 1, "Andrea's Version", di Andrea Marcenaro.
Andrea Marcenaro
Ciclisti sotto la Torre di David, a Gerusalemme
Tutto a posto. Rcs Sport ha comunicato ieri che il Giro d’Italia, dopo il pronto chiarimento con le autorità israeliane, partirà regolarmente da Gerusalemme e che le prime tre tappe del Giro si svolgeranno in territorio israeliano come previsto. La dicitura “Gerusalemme west”, causa di una crisi diplomatica a rischio verticale, non aveva alcuna valenza politica ed è stata subito rimossa da ogni materiale attinente il Giro d’Italia. Per parte sua, la Casaleggio Associati ha ulteriormente precisato che l’equivoco era stato causato da un imprevedibile errore dell’algoritmo il quale, caso rarissimo, aveva acceso solo la parte est del cervello di Urbano Cairo.
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