Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 24/11/2017, a pag. 2, con il titolo "Il premier francese è saggio e vieta l’utilizzo della 'scrittura inclusiva' " il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon
Parigi. A Parigi, in questi giorni, non si parla d’altro. E da martedì, il dibattito attorno alla cosiddetta “scrittura inclusiva” ha preso una nuova piega. Attraverso una circolare pubblicata ieri sul Journal officiel, la Gazzetta ufficiale francese, il primo ministro, Edouard Philippe, ha vietato ai suoi colleghi l’utilizzo, nei documenti ufficiali, di questa forma di scrittura, che rimette in discussione la regola di accordo della lingua di Molière, secondo cui, al plurale, “il maschile ha la meglio sul femminile”. “Vi invito, in particolare per i testi destinati a essere pubblicati sul Journal officiel della Repubblica francese, a non utilizzare la cosiddetta scrittura inclusiva”, ha scritto l’inquilino di Matignon. “Oltre al rispetto del formalismo proprio degli atti di natura giuridica, le amministrazioni devono conformarsi alle regole grammaticali e sintattiche, soprattutto per delle ragioni di intelligibilità e di chiarezza della norma”, ha aggiunto Philippe.
Anne Hidalgo, sindaca di Parigi
“E’ un atto di saggezza”, ha dichiarato al Figaro Frédéric Vitoux, tra i membri dell’Académie française che hanno denunciato il “pericolo mortale” della scrittura inclusiva. Tuttavia, nella circolare si invita a femminilizzare i nomi delle funzioni, scrivendo per esempio “la ministra” o “la segretaria generale”, e si esorta a privilegiare le formule inclusive, come “la ricercatrice e il ricercatore”, sollecitazioni che vengono incontro alle richieste insistenti dei circoli femministi. Il punto intermedio di punteggiatura che divide le parole in maniera grottesca – un esempio: “candidat.e.s.” per indicare i candidati maschi e femmine – è invece messo al bando. Il gesto di Philippe sta ricevendo il plauso di molte personalità del mondo accademico e intellettuale, e in particolare dei linguisti, che quasi all’unanimità hanno denunciato l’“aberrazione linguistica” di questa versione neutra del francese. Tra i politici, a sinistra, sono invece in molti a storcere il naso per la circolare. Laurence Rossignol, ministro per i Diritti delle donne sotto la presidenza Hollande, si è detta “scioccata” dalla decisione del primo ministro, ribadendo la sua posizione contro quella che le femministe hanno definito la “tirannia del finale maschile”. Il comune di Parigi, guidato dalla sindaca socialista, Anne Hidalgo, ha annunciato che continuerà a fare uso della scrittura inclusiva per redigere i suoi documenti ufficiali. “E’ una decisione autoritaria”, ha attaccato Hélène Bidard, vicesindaco con delega alla lotta contro le discriminazioni, precisando che il comune ha appena diffuso una circolare che incita a “rendere più visibili le donne attraverso la scrittura”.
Se è vero che il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, ha affermato che “non si può attaccare la lingua francese in nome del femminismo”, sottoscrivendo dunque la circolare di Matignon, è vero anche che Philippe dovrà fare i conti con altri suoi ministri che non vedono di buon occhio la sua mossa. Muriel Pénicaud, titolare del Lavoro, e Marlène Schiappa, segretario di stato per l’Uguaglianza tra donne e uomini, hanno presentato a inizio ottobre una guida dell’égalité destinate imprese, dove tra le buone pratiche raccomandate c’è la scrittura inclusiva. La guida, concepita assieme all’associazione Laboratoire de l’égalité, mira, tra le altre cose, a eliminare “tutte le espressioni sessiste”, tra cui “mademoiselle”. L’Haut Conseil à l’Égalité già nel 2015 incoraggiava gli enti statali a mettere in pratica la scrittura no gender, attraverso un vademecum intitolato “Guida pratica per una comunicazione pubblica senza stereotipi sessuali”. Nel marzo 2017, per le edizioni Hater, è uscito il primo manuale scolastico scritto in salsa inclusiva, “Magellan et Galilée. Questionner le monde”, dove si legge che “Grazie agli agricoltor.e.i e agli artigian.e.i e ai commerciant.e.i la Gallia era un paese ricco”. Per il ministro Blanquer è “bruttissima da vedere”. Per l’accedemico Vitoux è un’“idea folle”.
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