Riprendiamo dal DUBBIO di oggi, 21/11/2017, a pag. 8, con il titolo "Israele, destra scatenata contro il presidente Rivlin", il commento di Sara Volandri.
L'articolo di Sara Volandri è di totale disinformazione, menzogna omissiva e propaganda contro Israele. I termini utilizzati ("occupazione", governo di "Tel Aviv", "colonie") descrivono Israele come potenza occupante e liberticida, mentre non viene spesa una parola sul terrorismo arabo palestinese che lo Stato ebraico da decenni è costretto a fronteggiare.
Una caduta di professionalità che dovrebbe preoccupare il direttore Piero Sansonetti. Invitiamo i nostri lettori a scrivere al direttore: redazione@ildubbio.news
Ecco l'articolo:
Elor Azaria
La destra israeliana letteralmente scatenata contro il presidente Reuven Rivlin additato come nemico del popolo e sodale degli odiati palestinesi. Perché tanto livore? Rivlin è finito nel mirino dei nazionalisti per aver negato la grazia all'ex militare il 21enne Elor Azaria, condannato per aver ucciso nel 2016 un palestinese ferito, Abdel Fattah al Sharif a Hebron in Cisgiordania. Azaria aveva subito un'aggressione da al Sharif con un coltello, ma l'uomo era stato prontamente ferito e immobilizzato dai militari di Tel Aviv. Nessuna legittima difesa dunque: Azaria lo ha ucciso a sangue freddo con un colpo di rivoltella alla testa dalla distanza di due metri.
Reuven Rivlin, Presidente dello Stato d'Israele
La terribile sequenza era stata ripresa con un telefonino da un attivista di una Ong israeliana, B'Tselem, che è presente nei territori palestinesi per verificare il comportamento dell'esercito e proteggere i diritti dei cittadini arabi che vivono sotto occupazione. Il video ha fatto rapidamente il giro del web, inchiodando il giovane soldato di Tsahaal, considerato dal tribunale del tutto capace di intendere e di volere quando ha premuto il grilletto. A gennaio Azaria è stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario e condannato a 18 mesi di reclusione in un carcere militare, considerando tutte le attenuanti. La pena gli era stata ridotta di 4 mesi dal capo di stato maggiore dell'esercito, Gadi Eizenkot. Il premier Benjamin Netanyahu ed altri politici di spicco avevano chiesto apertamente il perdono per Azaria. La mancata grazia ha aperto il vaso di Pandora di insulti e minacce nei confronti del presidente Rivlin che non ha perdonato il caporale Azaria per non scatenare una rivolta nei territori palestinesi, un gesto saggio considerando la lieve entità della pena, ma che sta mandando su tutte le furie la destra più radicale (e non solo).
La polizia israeliana ha ieri aperto un'indagine dopo la comparsa di alcune immagini ritoccate con photoshop che ritraggono Rivlin con una kefiah, il tipico copricapo arabo, simbolo anche del nazionalismo palestinese. Questo tipo di fotomontaggi sono considerati tabù nella società israeliana, dopo che immagini simili che avevano per soggetto il premier Yitzhak Rabin vennero diffuse dagli estremisti di destra israeliani, prima del suo assassinio nel 1995. Un clima deleterio che lo stesso premier Natanyahu, pur favorevole alla grazia, è stato costretto a condannare: «In una democrazia chiunque può essere criticato. L'unica richiesta affinché queste critiche siano rilevanti e rispettose è senza kefiah, senza corde da impiccagione e senza uniformi naziste», ha dichiarato. Il rifiuto della grazia da parte di Rivlin, che è un esponente del Likud, il partito al governo, ha messo fine ad una vicenda giudiziaria che ha profondamente diviso Israele e che con ogni probabilità continuerà a farlo.
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