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La Stampa - Il Foglio Rassegna Stampa
21.11.2017 Kim Jong-un sponsor del terrore
Cronaca di Paolo Mastrolilli, editoriale del Foglio

Testata:La Stampa - Il Foglio
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Nord Corea nella lista nera: 'E' uno sponsor del terrorismo' - Kim Jong-un sponsor del terrore»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/11/2017, con il titolo "Nord Corea nella lista nera: 'E' uno sponsor del terrorismo' ", la cronaca di Paolo Mastrolilli; dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale "Kim Jong-un sponsor del terrore".

Ecco gli articoli:

La Stampa - Paolo Mastrolilli: "Nord Corea nella lista nera: 'E' uno sponsor del terrorismo' "

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Paolo Mastrolilli      Donald Trump

La Corea del Nord torna nella lista dei Paesi sponsor del terrorismo. Lo ha annunciato ieri il presidente Trump, aumentando la pressione sul regime di Kim Jong-un. Questo consentirà a Washington di imporre nuove sanzioni contro Pyongyang, che secondo il capo della Casa Bianca «saranno al livello più alto», e verranno ufficializzate oggi nei dettagli dal dipartimento al Tesoro.

La Corea del Nord era già nell’elenco dei Paesi giudicati sponsor del terrorismo dal dipartimento di Stato, ma nel 2008 l’amministrazione di Bush figlio l’aveva tolta, per favorire quello che sembrava un negoziato promettente sul programma nucleare. Obama aveva continuato a seguire la stessa linea, ma senza successo.

Durante il recente viaggio in Asia, i collaboratori del presidente avevano fatto capire che la designazione sarebbe cambiata presto, ma l’annuncio è stato rimandato proprio per rispetto verso gli ospiti. Trump aveva detto di aver notato progressi sul piano diplomatico, e proprio sabato scorso la Cina ha inviato a Pyongyang il capo del Dipartimento relazioni internazionali del Partito comunista, Song Tao. L’inquilino della Casa Bianca ha definito questo viaggio come una «grande mossa», alzando le aspettative per una soluzione negoziata della crisi, ma ieri ha annunciato il provvedimento contro Kim: «È un regime assassino, avremmo dovuto compiere questo passo molto tempo fa. La Corea del Nord deve mettere fine al suo programma nucleare illegale e allo sviluppo dei missili».

La decisione del presidente potrebbe essere frutto della delusione per l’esito dei colloqui cinesi, o anche un tentativo di sostenerli aumentando la pressione. La designazione ha un valore soprattutto simbolico, e aggiunge Pyongyang a Sudan, Siria e Iran, cioè gli altri tre Stati considerati dagli americani sponsor del terrorismo. L’assimilazione a Teheran, già nel mirino di Trump che ha denunciato l’accordo nucleare, è forse la più pericolosa. Se infatti fosse confermata la fornitura di tecnologia atomica nordcoreana alla Repubblica islamica, Kim rischierebbe la rappresaglia.

Pyongyang non ha tenuto test missilistici negli ultimi due mesi, e questo sta intrigando gli analisti. Alcuni ritengono che la dura retorica di Trump ha intimidito Kim, spingendolo forse ad abbassare la tensione mentre considera se tornare alle trattative. Altri sospettano che sta aspettando le Olimpiadi invernali, in programma in Corea del Sud a febbraio, per tornare a provocare.

 

IL FOGLIO: "Kim Jong-un sponsor del terrore"

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Kim Jong-un

Nel 2008 la rimozione della Corea del nord dalla lista degli stati sponsor del terrorismo fu uno dei momenti più difficili della strategia estera di George W. Bush. L’allora presidente americano, che aveva citato Pyongyang tra i simboli dell’“asse del male”, era stato messo all’angolo dai nordcoreani: eliminarli dalla lista era l’unico modo per raggiungere un accordo sul nucleare, far entrare gli ispettori americani nelle centrali atomiche nordcoreane. Accordo disatteso ufficialmente sei mesi dopo, con il secondo test nucleare della storia di Pyongyang. Ieri il presidente Donald Trump ha annunciato, all’inizio di una riunione di gabinetto, che la Corea del nord tornerà nella lista degli stati sponsor del terrorismo insieme con Siria, Iran e Sudan. Simbolicamente è un ritorno alla strategia dell’asse del male, ma non molto di più, e altrettanto non cambierà per la Corea del nord, già sufficientemente isolata. La cosa più interessante è semmai che Trump abbia citato come atto di terrorismo l’omicidio di Kim Jong-nam a Kuala Lumpur. Perché il problema è questo: a forza di contare test missilistici e kilotoni dei test nucleari, spesso ci dimentichiamo che cosa sia il regime nordcoreano. E a ricordarcelo ci sono i fratellastri uccisi con il gas nervino, i parassiti di 27 centimetri trovati nella pancia del soldato nordcoreano che una settimana fa è riuscito a scappare, e l’incredibile reportage pubblicato dal Washington Post con le voci di 25 fuoriusciti nordcoreani che hanno vissuto l’èra di Kim Jong-un: il socialismo è fallito, lo stato non provvede più a niente, l’unico modo per sopravvivere in Corea del nord è il mercato nero. Senza mai dire quello che si pensa. Se il regime di Pyongyang è un regime terrorista, lo è soprattutto contro i suoi stessi cittadini.

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