Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/11/2017, a pag. 12, con il titolo "La Germania difende gli antisemiti", l'articolo di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
Che i tedeschi siano rispettosi della legge non è una novità. Più innovativa, invece, è la giurisprudenza del tribunale di Francoforte secondo cui una legge va applicata in ogni caso, a prescindere se la stessa abbia senso o meno. Giovedì una corte della città sul Meno ha stabilito che Kuwait Airways ha il diritto di rifiutarsi di trasportare i cittadini israeliani. Il caso risale al 2016 quando un cittadino dello Stato ebraico, identificato come Adar M., compra un biglietto per Bangkok con Kuwait Airways. La tratta prevede la partenza da Francoforte con uno stop-over a Kuwait City. Pochi giorni prima della partenza, Adar viene contattato dalla linea aerea emiratina che gli spiega di non poterlo ammettere sul velivolo in virtù di una legge del Kuwait che dispone il boicottaggio di Israele e delle sue imprese. E dal 1948 che la maggior parte dei Paesi arabi rifiuta di avere a che fare con tutto ciò che sia anche lontanamente legato allo Stato ebraico: la ragione è una pelosissima solidarietà con i palestinesi, palestinesi che, per inciso, in Kuwait non hanno neppure il diritto di comprare casa. Intollerante ma gentile, la compagnia offre al giovane israeliano un biglietto con un'altra compagnia. Adar rifiuta e porta Kuwait Airways in tribunale in Germania con l'accusa di discriminazione. In altri Paesi occidentali, come Svizzera e Stati Uniti, analoghi casi di discriminazione anti-israeliana sono stati risolti diversamente, con le autorità dell'aviazione civile che hanno chiesto alla compagnia dell'emirato di accettare i cittadini dello Stato ebraico. In due casi Kuwait Airways ha preferito cancellare la tratta piuttosto che imbarcare dei sionisti: nel 2016 è successo per esempio al collegamento fra Londra e New York.
I riflettori dei media mediorientali erano già puntati da qualche settimana sull'aviolinea emiratina: a inizio ottobre Nuseir Yassin, cittadino arabo israeliano e star dei social media con il nome di Nas e due milioni di follower su Facebook, aveva puntato il dito contro Kuwait Airways che, con tanti saluti alla solidarietà inter-araba, gli aveva impedito di acquistare un volo dagli Usa all'India. «Questi stupidi divieti», ha postato il giovane online, «sono politica pura e non giovano né alle compagnie né ai musulmani né agli ebrei. Gli unici a trarne beneficio sono gli antiquati sovrani antidemocratici degli arabi e i leader dell'ultradestra israeliana». Non è così, invece, per i giudici tedeschi secondo i quali non è ragionevole aspettarsi che la compagnia aerea «rispetti un contratto se, nel farlo, viola la legge del proprio Paese e rischia per questo di essere perseguita in patria». Un approccio tanto pragmatico quanto miope visto che la corte ha aggiunto che non era suo compito giudicare la validità di questa le : e o la sua compatibilità con il diritto tedesco o europeo. L'avvocato di Adar, Nathan Gelbart, ha parlato da parte sua di una «sentenza vergognosa», osservando che se a un uomo nero si rifiuta l'ingresso in un ristorante, «noi ci indigniamo anche se gli viene offerto un buono per il ristorante accanto». Il sindaco di Francoforte, Uwe Becker, ha osservato che una linea aerea che pratica discriminazioni antisemite «non dovrebbe poter decollare da Francoforte o qualsiasi altro aeroporto tedesco». Dello stesso avviso il Consiglio centrale degli ebrei in Germania. Sospettando una violazione del codice dell'aviazione civile, il ministro federale dei Trasporti, il cristiano-sociale bavarese Alexander Dobrdint, ha chiesto l'apertura di un'inchiesta sul comportamento di Kuwait Airways.
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