Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 13/11/2017, a pag. II, con il titolo "All’islam servirebbe Locke, non Lutero", l'analisi di Micol Flammini tratta dall' Atlantic.
Corano e armi: ecco il terrorista islamico
"Vari intellettuali occidentali”, scrive Mustafa Akyol dell’Atlantic, “da Thomas Friedman a Ayaan Hirsi, hanno a lungo parlato della necessità per il mondo musulmano di passare attraverso una propria riforma luterana per salvarsi dall’intolleranza e dal dogmatismo”. Lutero potrebbe essere un modello, ma il punto è un altro: non c’è analogia tra il cristianesimo di allora e l’islam di oggi. Lutero ha portato una rottura all’interno del mondo cristiano e ha messo in discussione il monopolio della chiesa sulla cristianità. Ma nell’islam non c’è alcun monopolio, solo realtà frammentate. Non esiste un “papa musulmano”, non esiste un’orga - nizzazione centrale e questo caos è parte del problema.
Se il mondo islamico può essere equiparato a un qualche periodo storico della cristianità allora, forse, più che alla Riforma dovremmo guardare al periodo che è venuto immediatamente dopo. Quell’epoca in cui cattolici e protestanti si credevano i detentori del vero e unico credo e si condannavano a vicenda per eresia. Negli ultimi due secoli anche il mondo islamico ha visto la nascita di alcune “riforme” che proprio come quella luterana proponevano un ritorno alle scritture e mettevano in discussione la tradizione. Alcuni di questi movimenti hanno segnato la nascita di quella corrente chiamata “islam moderato”, altri invece avevano come obiettivo un ritorno al dogmatismo. L’occidente, che attende un Martin Lutero musulmano, non ha capito che la speranza di vedere un islam più tollerante e più libero non si può realizzare tramite una riforma, ma tramite un altro grande paradigma della storia europea: l’Illuminismo. Il mondo musulmano di oggi non ha bisogno di Martin Lutero ma di John Locke, padre dei concetti di libertà di coscienza e di tolleranza religiosa alla base del liberalismo. In particolare, l’islam avrebbe bisogno dell’Illuminismo inglese, aperto al pensiero religioso, più che di quello francese. Anche la Haskalah ebraica, che vede nelle figura di Moses Mendelssohn il suo fondatore, potrebbe essere un modello costruttivo.
Un illuminismo islamico per svilupparsi avrebbe bisogno della formazione di alcune caratteristiche sociali come la nascita di una classe media musulmana e la crescita di un’atmosfera culturale che favorisca il dibattito e la diffusione di nuove idee. Se la Riforma protestante ci ha insegnato qualcosa, è che la strada che conduce dalla frammentarietà religiosa alla tolleranza è lunga e tortuosa. Il mondo musulmano oggi è un luogo molto complesso, dove i secolaristi, i riformisti, i conservatori, i fondamentalisti e i jihadisti si spartiscono regioni e nazioni. Ora la domanda urgente è come muovere questo universo disorganico e slegato verso una direzione positiva. Non essendoci un’autorità religiosa centrale bisogna considerare che l’unica autorità è rappresentata dallo stato e questo non è necessariamente un male: in Europa, lo sviluppo del secolo dei Lumi è stato favorito dai despoti illuminati.
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