Riprendiamo dal SOLE24ORE-NOVA di oggi 12/11/2017, a pag.9, con il titolo "Israele, laboratorio per la smart mobility" l'interessante commento di Francesca Cerati, che racconta come Israele sta diventando il centro mondiaale della smart mobility, ovvero il trasporto intelligente. Israele, quindi, la Terra Promessa anche dell'innovazione.
Francesca Cerati
Semafori che cambiano a seconda dello stato del traffico, autobus che si fermano in base al numero di persone in attesa, automobili che comunicano tra loro (v2v) per motivi di sicurezza o di gestione della circolazione, garage in cui i parcheggi si trovano, veicoli che frenano autonomamente per evitare un incidente, e anche - seppur non prima del 2030 - una transizione verso le vetture senza conducente.
È questo il futuro che ci aspetta, quello in cui decine e centinaia di milioni di persone che vivono nelle grandi città non useranno più le auto di proprietà, ma "chiameranno" premendo semplicemente un pulsante, un'auto autonoma che arriverà in pochi minuti con o senza la "supervisione" di un guidatore, che li porterà a destinazione nel modo più breve, economico e green.
Il trasporto intelligente è la tecnologia "disruptive" su cui Israele punta con l'intento di diventare una superpotenza, la Detroit del terzo millennio, ridisegnando il sistema dei trasporti. Del resto la "Startup nation" sulle rive orientali del Mediterraneo ha un netto vantaggio quando parliamo di tecnologie cloud avanzate, big data, intelligenza artificiale, cyber security e machine vision. A questo si aggiunge il fatto che il governo del paese, ispirato dai successi di Waze (acquistata per 1,1 miliardi di dollari da Google nel 2013), Moovit (l'applicazione numero uno al mondo per chi si muove con i mezzi pubblici) e Mobileye (comprata da Intel per 15,3 miliardi di dollari lo scorso marzo), ha deciso all'inizio di quest'anno di sovvenzionare con 250 milioni di shekel in 5 anni l'industra della smart mobility - che potrebbe valere più di 90 miliardi di dollari entro il 2030 - tracciando una road map ben definita, le cui linee guida sono state stabilite dalla squadra del Fuel Choices and smart mobility initiative che fa capo all'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. Il piano ha 6 punti chiave: assegnare il territorio per la sperimentazione del trasporto; rendere accessibili tutti i database dei trasporti pubblici a coloro che desiderano sviluppare soluzioni tecnologiche; promuovere la cooperazione tra l'industria e il mondo accademico - creando un Mit israeliano che riunirà i dipartimenti di geografia, ingegneria, architettura, pianificazione urbana con l'Ufficio del Chief Scientist per promuovere le idee tecnologiche nel settore dei trasporti; cambiare la regolamentazione per consentire di condurre esperimenti di guida autonoma; sostenere programmi pilota; mappare in maniera completa ogni strada (crepe comprese), parcheggi, intersezioni e set di semafori esistenti in Israele. «Con una popolazione tecnofila e una mentalità da startup - commenta il ministro dell'Energia e dell'infrastruttura Yuval Steinitz nel corso del summit Fuel choices and smart mobilityche si è appena concluso a Tel Aviv - il Paese è di fatto un laboratorio ottimale di innovazione per l'industria automobilistica globale, per dimostrare come la mobilità intelligente può ridurre gli ingorghi, gli incidenti, l'inquinamento, risparmiando energia e altri costi inutili. E diventare, di fatto, un faro anche in tema di regolamentazione del settore per tutti glialtri Paesi». I dilemmi morali, legalie di sicurezza sono infatti al centro del sistema di intelligenza artificiale e dell'auto autonoma. Prima di far guidare un veicolo a un robot, i regolatori dovranno "immergersi" nella tecnologia. Ma iveicoli autonomi non influenzeranno solo il campo delle responsabilità, la loro introduzione richiederà anche cambiamenti del design urbano: dalla segnaletica ai parcheggi, tutti andranno adattati se il trasporto intelligente diventerà la norma. Sforzi tutt'altro che banali e che richiedono la collaborazione di tutti: ministeri, agenzie, tecnici, avvocati, politici e accademici al fine di definire il modo migliore per andare avanti. «Il termine mobilità sta per essere riscritto e ridefinito a fronte del progresso tecnologico, delle modifiche normative e dei cambiamenti nel comportamento degli utenti- sostiene Anat Bonstein, direttrice del Fuel Choices and smart mobility initiative, all'apertura del summit a cui Nòva ha partecipato -.
Anat Bonstein
Questo cambiamento fondamentale permetterà a nuovi attori e modelli aziendali di entrate nel mercato e le società israeliane hanno un vantaggio competitivo, nonostante il paese non abbia una tradizione nella produzione di auto». Ma forse è proprio la mancanza di lobby da difendere che ha permesso di far crescere nuove aziende che guardano al settore da un'angolatura diversa: dalle lamiere al software. Aoggi, in Israele sono all'attivo oltre 5 o imprese (molte della quali sono startup) dedicate ai vari aspetti della smart mobility, che raccolgono facilmente investimenti anche da venture capital internazionali, con un aumento del volume del capitale di rischio del 176% dall'inizio del decennio. Ma anche partnariati con le principali aziende automobilistiche, che qui investono e aprono nuove sedi, nella speranza di non perdere la partita con i nuovi competitor dell'auto come Intel, Apple, Samsung, Google, Uber. E più la tecnologia automobilistica si sposta nella direzione del software, più Isreale diventa la terra promessa. «Non c'è dubbio che la tecnologia del trasporto intelligente sta cambiando radicalmente il modello di business dei produttori di automobili, degli operatori del trasporto pubblico e dei ministeri dei trasporti in tutto il mondo - precisa Israel Danziger, direttore generale del ministero della Protezione ambientale -.Tra i nostri obiettivi c'è anche quello di ridurre la percentuale di petrolio impiegato nel settore dei trasporti del 60% entro il 2025 attravero l'implementazione di fonti alternative e soluzioni di smart mobility. Un esempio di ecosistema dell'innovazione "olistico" da esportare in tutto il mondo.
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