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Ugo Volli
Cartoline
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Il coraggio uno non se lo può dare – neanche se è una mitica università 07/11/2017
Il coraggio uno non se lo può dare – neanche se è una mitica università
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

se c’è un mito popolare nel mondo accademico questo riguarda le due rivali britanniche di Oxford e Cambridge: gli antichi college, i titoli antiquati e ancora ecclesiastici, le toghe, le high table da cui in “dons” dominano le cene ufficiali, i ricordi delle celebrità che ci sono passate, da Wittgenstein e Russell ai “cinque” traditori di Cambridge alla maggior parte dei governanti britannici, l’eccentricità dei personaggi che ancora vi si trovano… tutto ciò fa molto folklore e colpisce le fantasie. Ma le due università non sono le migliori del mondo: in tutte le classifiche, che pure per lo più sono di confezione anglosassone, la cedono anche di molto alle università americane. E non sono neanche le più antiche: quella di Bologna, per esempio è certamente più antica.

Ma resta il prestigio, anzi il mito, e non sarò io a discuterlo. E però un’università non è solo un luogo di ricerca e di insegnamento o un pezzo di storia, è anche una comunità educativa, che dovrebbe prima di tutto diffondere un’etica del sapere ma più in generale della cittadinanza. E qui sta il problema che voglio oggi sottolineare. Anzi i due problemi.

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Gli emblemi delle università di Oxford e Cambridge

Partiamo da Cambridge, di cui si è parlato di più. Come è noto, Giulio Regeni era un dottorando di quell’università, che fu mandato in Egitto a lavorare per la sua tesi da una tutor che si chiama Maha Abdelrahman, che lo invitò a contattare una seconda tutor locale, insegnante all’American University del Cairo, che si chiama Rabab El Mahdi. Di entrambe si dice che più che studiose vere e proprie, siano attiviste e che siano legate alla Fratellanza Musulmana, cioè al movimento terrorista che si oppone al governo egiziano. Non so se sia vero o no, entrambe si difendono energicamente dalle accuse che sono montate in questi giorni, anche in seguito alla pubblicazione di alcune email di Regeni molto critiche nei loro confronti (http://www.corriere.it/esteri/17_novembre_03/regeni-tutor-cairo-non-abbiamo-messo-rischio-cercate-veri-colpevoli-31c4a4a4-c0e9-11e7-8b75-0df914d10fe2.shtml). Ovviamente entrambe, se fossero coinvolte nell’omicidio, per esempio per aver manipolato Regeni per fargli fare la spia per la Fratellanza Musulmana, come alcuni dicono, avrebbero diritto di tacere, come fa Maha Abdelrahman (http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/02/giulio-regeni-chi-e-maha-abdelrahman-la-tutor-di-cambridge-che-seguiva-le-sue-ricerche-in-egitto/3952816/) e perfino di deformare i fatti. Chi però non dovrebbe tacere è l’università, che invece non ha mai collaborato con le autorità giudiziarie italiane, negando addirittura i documenti sugli studi di Regeni (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-06-08/cambridge-gli-studi-regeni-sono-segreti-095334.shtml?uuid=ADSiOvX) e lasciando che la tutor resti al suo posto (https://www.polis.cam.ac.uk/Staff_and_Students/dr-maha-abdelrahman), senza neppure a quel che si sa, sottoporla a un’inchiesta interna o chiederle di dire la sua versione (http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-06-07/caso-regeni-docenti-cambridge-non-rispondono-pm-180602.shtml?uuid=ADHkhpX).

Se questo vi sembra un comportamento esemplare, non vi darà fastidio neppure quello di Oxford, che ha fra i suoi docenti (grazie a un generoso assegno del Qatar che ha finanziato la sua cattedra: https://www.polis.cam.ac.uk/Staff_and_Students/dr-maha-abdelrahman) quel Tariq Ramadan che dopo aver fatto per decenni il guru dell’islamismo moderno, è finito sotto numerose inchieste per stupro, anche di minori (https://mondafrique.com/la-face-cachee-de-tariq-ramadan/). Il caso è esploso una settimana fa (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=68124), ma le inchieste si moltiplicano e si aggravano: violenze, pratiche sadomasochiste, abuso di allieve adolescenti (http://www.20minutes.fr/societe/2163379-20171105-deja-vise-deux-plaintes-viols-tariq-ramadan-accuse-avoir-couche-eleves-mineures, http://www.lepoint.fr/medias/la-tribune-de-geneve-accuse-tariq-ramadan-d-avoir-couche-avec-des-mineures-04-11-2017-2169840_260.php). Chi l’ha denunciato è stato sepolto dalle minacce e dagli insulti (https://www.nytimes.com/2017/11/03/world/europe/henda-ayari-tariq-ramadan-oxford-muslim-scholar.html); Charlie Hebdo, che ha ritrovato il suo coraggio facendo una copertina dedicata al guru, ha ricevuto nuove minacce di morte (http://www.ilgiornale.it/news/mondo/vignetta-su-ramadan-minacce-morte-charlie-hebdo-1460068.html). Anche qui, uno potrebbe aspettarsi una qualche reazione da parte dell’università, della facoltà, del college che lo ospitano. Invano: quel che si trova sui siti interessati sono le vecchie pagine istituzionali (https://www.sant.ox.ac.uk/people/tariq-ramadan).

Certo, anche in questa timidezza delle mitiche università britanniche devono essere i soldi del petrolio, che fanno molto comodo. E del resto, c’è un vecchio adagio che dice che “il coraggio uno non se lo può dare”. Il capitolo 25 dei “Promessi sposi” lo attribuisce a Don Abbondio, e questo è ben noto a tutti gli italiani che hanno letto il romanzo di Manzoni. Quel che non sapevamo fino a questi giorni è che il prete Abbondio fosse chiamato “don” per essere un illustre cattedratico di Oxford o di Cambridge (https://en.wikipedia.org/wiki/University_don).

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http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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