Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 07/11/2017, a pag. 2, con il titolo " In Francia Mélenchon scarica le amicizie antisemite, ma ormai è tardi" il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon
Jean-Luc Mélenchon, non era credibile neanche prima
Parigi. Jean-Luc Mélenchon, leader della France insoumise (Fi), è da maggio il nuovo santino della sinistra terzomondista francese. E’ coccolato da Libération, adulato dagli intellettuali della gauche parigina, e i suoi toni tribunizi infiammano i giovani ribellocrati (copyright Philippe Muray) in cerca di un oppositore al presidente Macron. Ma l’ex ministro dell’Istruzione del governo Jospin ha anche alcuni amici e compagni di banco all’Assemblea nazionale di cui ci si vergogna, ora, in seno alla Fi, quando invece durante la campagna presidenziale era tutto un esaltare gli splendori della diversité. La più spinosa di queste amicizie è quella con Danielle Obono, deputata di origini gabonesi, che si definisce sobriamente “altermondialista, afrofemminista, antimperialista, antirazzista, antiliberale e antislamofoba”, passa il suo tempo a denunciare “l’ideologia neocoloniale, schiavista e razzista della Francia”, e domenica, in diretta su Radio J, ha preso le difese della “camarade”, così l’ha chiamata, Houria Bouteldja, portavoce del partito antisemita Indigè- nes de la République (Pir).
La Bouteldja, nota per aver organizzato, ad agosto, un “campo estivo decoloniale” vietato ai bianchi, al fine di formare le persone all’“antirazzismo politico”, aveva affermato, nel marzo 2015, che “gli ebrei sono gli scudi, i tiratori scelti della politica imperialista francese e della sua politica islamofoba”. Sono dichiarazioni razziste? “Non lo so”, ha risposto la Obono ai giornalisti della radio ebraica di Parigi. La “compagna” della deputata mélenchonista si è fatta fotografare poco tempo fa accanto a un cartello con su scritto “I sionisti nei gulag!”, ma nonostante ciò, la Obono ha tenuto a ricordare a Radio J i suoi trascorsi accanto alla Bouteldja. “Rispetto la militante antirazzista. E’ nel movimento antirazzista che l’ho conosciuta. E’ per quelle lotte che ci siamo battute”, ha detto. Del resto la francogabonese – che qualche settimana fa aveva minimizzato il problema della radicalizzazione islamica in diretta su Bfm.tv – si era già mostrata solidale con figure ideologicamente vicine al Pir, firmando su Libération una petizione contro il “pericoloso concetto di razzismo anti bianchi”, e un’altra per manifestare il suo sostegno al rapper Saïdou, autore della canzone “Nique la France”, fotti la Francia.
Due anni fa, pochi giorni dopo gli attentati jihadisti di Charlie Hebdo, la Obono aveva anche scritto sul suo blog che non aveva pianto per la strage di Charlie, bensì per le sue “caricature razziste”, solidarizzando con il comico antisemita Dieudonné, vittima di una “censura di stato”. “Le dichiarazioni di Danielle Obono su Houria Bouteldja non hanno alcun rapporto con il progetto della Fi. Dunque, sono a titolo personale”, ha twittato Thomas Guénolé, intellettuale organico della Fi. “Non sostengo Houria Bouteldja, portavoce del Pir, partito razzista, antisemita e comunitarista opposto ai valori della République”, ha aggiunto Djordje Kuzmanovic. Ora la scaricano, insomma. Eppure quando Manuel Valls aveva denunciato il “nuovo antisemitismo” di cui sono complici alcuni “islamogoscisti” della Fi, a partire dai legami torbidi tra la Obono e il Pir, erano stato i primi a difenderla, accusando l’ex primo ministro di menzogne. Mélenchon, dal canto suo, aveva attaccato in una lettera “la prossimità di Valls con l’estrema destra israeliana”, sostenuto dai suoi militanti, che sui social network diffondevano una foto dell’ex premier accanto al ministro della Giustizia di Israele, Ayelet Shaked. “Queste persone non si rendono conto, o forse se ne rendono conto e fanno finta di nulla, che l’antisemitismo e l’antisionismo, il nuovo antisemitismo di oggi, rappresentano il cuore della matrice ideologica totalitaria dell’islamismo radicale”, aveva tuonato Valls. Tra queste persone, c’è anche Clémentine Autain, autrice sul Monde di un articolo intitolato: “Boicottare Israele significa lottare per una pace giusta”. Un’altra amica antisemita che Mélenchon ha premiato con un posto da deputata.
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