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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Stampa Rassegna Stampa
06.11.2017 Jerusalem Foundation: 'L'arte sia ambasciatrice'
Cronaca di Giuseppe Bottero

Testata: La Stampa
Data: 06 novembre 2017
Pagina: 50
Autore: Giuseppe Bottero
Titolo: «'La missione è trasformare l’arte in ambasciatrice di pace'»
Riprendiamo dalla STAMPA - TORINO di oggi, 06/11/2017, a pag. 50, con il titolo "La missione è trasformare l’arte in ambasciatrice di pace", la cronaca di Giuseppe Bottero.

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Giuseppe Bottero

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Ci sono i lumi di Casale Monferrato, le lampade di Chanukkah che fanno dialogare le fedi . E poi il glamour di un’asta fatta di pezzi unici che vede Piero Chiambretti nel ruolo consueto di mattatore. Ma soprattutto i contenuti, quelli che da quasi vent’anni la «Jerusalem Foundation», tramite la Onlus, promuove anche in Italia. E che hanno in Torino un nuovo motore, visto che alla guida, oggi, c’è Ermanno Tedeschi, l’uomo che ha riunito a Palazzo della Luce un pezzo importante di Nord Ovest per sostenere le attività dell’associazione, in una serata a cui ha partecipato anche l’ambasciatore di Israele Ofer Sachs, per ribadire l’importanza del «sostegno offerto alla crescita economica, all’educazione, al sociale, al dialogo, alla condivisione e all’arte».

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Ermanno Tedeschi, Ofer Sachs


Un lavoro che, a livello globale, prosegue da oltre mezzo secolo e viene riassunto in un video che ripercorre le oltre 4000 iniziative che, spiega la fondazione, hanno l’obiettivo di rendere Gerusalemme «una capitale moderna e, allo stesso tempo, di preservarne» la storia. «Abbiamo una missione molto importante, superare i pregiudizi e gli steccati, tenere unite le diverse culture e le diverse religioni» dice Tedeschi, di fronte a un platea che vede tra i protagonisti il rabbino Ariel Di Porto, il presidente della comunità ebraica Dario Disegni, la famiglia Sella, Melba Ruffo di Calabria nel ruolo di madrina, l’ex sindaco di Torino Piero Fassino - il primo a fare un’offerta durante l’asta -, esponenti del mondo della finanza e della comunicazione e molti degli artisti che hanno donato le loro opere per la vendita all’incanto, da Barbara Nejrotti a Elio Carmi, il designer che ha creato una selezione di «chanukkiot», un museo unico nel suo genere. «L’arte e la cultura sono i migliori di ambasciatori di pace per fare incontrare ideologie diverse. Quando nei laboratori della Jerusalem Foundation vedi lavorare assieme arabi e israeliani pensi davvero che la pace sia possibile» sorride Tedeschi. Per una notte, nel centro di Torino, è esattamente così.

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