Riprendiamo da SETTE di oggi, 26/10/2017, a pag. 34, con il titolo "E' utile l'accordo sul nucleare con l'Iran?", l'intervista di Rossella Tercatin a Sergio Della Pergola.
Rossella Tercatin
Sergio Della Pergola
LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE È STATA nella migliore delle ipotesi molto ingenua nello stipulare l'accordo con l'Iran. Il punto più problematico risiede nel fatto che i controlli per verificare lo stop al programma nucleare sono in pratica affidati agli iraniani stessi: gli ispettori entrano soltanto dove viene loro consentito, e potrebbero esistere laboratori segreti in cui l'arricchimento dell'uranio va avanti indisturbato. La domanda vera è se ci si possa fidare di Teheran: io penso di no. Per tanti aspetti l'Iran è un Paese moderno, con una società avanzata. Purtroppo però a governare è un potere repressivo: di fronte a una dittatura feroce i civili non possono nulla e dunque è alla sua leadership che bisogna guardare. Il presidente Rouhani è — relativamente — moderato, però il capo vero non è lui ma la Guida suprema, l'ayatollah Khamenei.
Sulla linea del fronte c'è Israele, minacciato più volte di essere cancellato. C'è chi pensa che si tratti solo di retorica, ma i precedenti storici ci dicono che propositi del genere vanno presi sul serio. E dopo Israele, il nemico sono gli Usa. Il quadro si complica considerando lo scontro per l'egemonia regionale tra sunniti e sciiti; e i missili a lungo raggio in grado di portare testate nucleari che l'Iran ha già sviluppato. Tuttavia, ora che l'accordo esiste, e nonostante i suoi difetti, abolirlo sarebbe rischioso: sparirebbero anche i pochi disincentivi allo sviluppo dell'arma atomica che sono stati introdotti. Pino Ariacchl, 66 anni, è sociologo e politologo; è stato parlamentare, deputato europeo e vkesegretario generale delle Nazioni Unite.
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