Anche se l'argomento esula dalle tematiche di fondo, mi sembra doverosa una precisazione. Non è vero che alle Olimpiadi di Berlino del '36 l'atleta afroamericano Jesse Owens fu boicottato dal padrone di casa, indispettito per le sue vittorie a scapito degli eroi "ariani". Al contrario, raccontò lo stesso Owen, il dittatore nazista lo salutò con un cenno della mano ed un sorriso, senza comunque stringergli la mano. Questa versione è stata successivamente avvalorata dalla sorella dell'atleta, nel suo libro di memorie. E' vero, semmai, che fu il presidente americano Roosevelt a negargli udienza, una volta rientrato negli Usa, probabilmente per non dispiacere ai circoli razzisti americani all'epoca molto forti (e con chiare connotazioni antisemitiche, fra l'altro). Questi sembrano essere stati i fatti, versioni diverse sono solo propaganda.
Alessandro Bortolami
Gentile signor Bortolami,
Questo avvenimento è molto controverso, la figlia dell'atleta confermò che Hitler non volle stringere la mano a Owens, altri dicono che gli sorrise e basta, altri ancora che se ne andò indignato per quella vittoria non ariana. A questo punto ognuno può credere ciò che preferisce. Secondo alcuni psichiatri Hitler era affetto da schizofrenia paranoide che lo portava ad assumere comportamenti contrastanti, poteva sorridere, essere gentile e affettuoso con persone che avrebbe fatto ammazzare l'attimo successivo. Al di là dell'episodio di Owens, non credo sia possibile dire una sola parola positiva nei confronti di un simile mostro.
Shalom