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Abu Dhabi: lo sport e la stupiditą dell'odio Commento di Deborah Fait Ci risiamo con la stupiditą dell'odio, quando si tratta di arabi che devono competere con Israele. Tutti ricorderanno il rifiuto, il vergognoso rifiuto, del judoca egiziano El Shehabi di stringere la mano al suo avversario israeliano Or Sasson alla fine della gara alle Olimpiadi di Rio nel 2016. http://www.lastampa.it/2016/08/12/sport/speciali/olimpiadi-rio-2016/atleta-egiziano-non-stringe-la-mano-allavversario-israeliano-weoPytOqIPgS5BfqwI7gOK/pagina.html Quest'anno, dal 27 al 29 ottobre, si giocherą il Grande Slam a Abu Dhabi e la notizia č che gli atleti israeliani di judo non saranno autorizzati a gareggiare con i colori della propria bandiera, nesssuno stemma con il piccolo maghen david biancoazzurro sulla divisa, nessuna scritta ISR per indicare gli atleti provenienti da Israele. Niente! L'unica sigla ammessa sulle loro divise e per la presentazione degli atleti č IJF (International Judo Federation).
Miri Regev, giovane e agguerrita, ha scritto al presidente del IJF, Marius Vizer: “Questa mattina, qualche giorno dopo aver ricevuto il Suo invito a prendere parte al Grande Slam di Abu Dhabi, ho appreso con grande sorpresa che gli atleti della delegazione israeliana non saranno autorizzati a prendere parte a questa importante competizione con il simbolo identificativo del nostro Paese, lo Stato di Israele. Prendere parte alla competizione senza mostrare il simbolo del proprio Paese č contrario ai principi del CIO, il cui principale obiettivo č quello di separare la politica dallo sport e di elevare lo sport a mezzo di unione tra popoli, culture e Paesi diversi. E' obbligo di ogni paese che ha il privilegio di ospitare competizioni internazionali di permettere agli atleti di rappresentare il proprio paese e di salvaguardare la loro sicurezza Mancano pochi giorni e sono curiosa di vedere come si comporterą il signor Vizer ma non nutro speranze che possa opporsi ai sauditi nč che la CIO abbia il coraggio di degradare il Grande Slam con l'accusa di discriminazione e razzismo. Il pericolo č che, se la prepotenza antiisraeliana saudita, verrą accettata altre nazioni ostili a Israele, e sono tante, potrebbero seguirne l'esempio. E' giusto chiedersi il motivo per cui gli organizzatori di competizioni sportive internazionali sono cosģ tolleranti con l'arroganza islamica.La risposta č semplice: soldi. Nessun comitato sportivo potrebbe rinunciare ai sostanziosi investimenti finanziari provenienti dai paesi del Golfo che galleggiano sul petrolio e Israele č l'agnello sacrificale di sempre. |
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