Riprendiamo da NAZIONE/CARLINO/GIORNO, di oggi 19/10/2017, a pag. 30, con il titolo "Le donne di Israele, tra spiritualità e pragmatismo", il commento di Letizia Cini.Letizia Cini.
Letizia Cini
Il Muro occidentale, a Gerusalemme
VA CERCATA negli incontri, fra i banchi dei bazar pieni di gente (tantissimi i ragazzi e le ragazze in mitraglia, anfibi e divisa), lungo le ordinate vie pedonali, nelle strade trafficate, faccia a faccia con le contraddizioni dei quartieri più ortodossi, la vera essenza di Israele. Un Paese giovane - il 14 maggio del prossimo anno festeggerà il 70esimo anniversario della sua nascita - meta di visitatori ansiosi di calcare la Terra Santa. Un aspetto imprescindibile questo, ma non certo l'unico. Là dove finisce il pellegrinaggio religioso, inizia una nuova avventura. Il viaggio può partire da Gerusalemme, capitale universale delle tre religioni monoteiste, città intrisa di un fascino spirituale, rimandi a Fede e preghiera, ma anche degli effetti tangibili del conflitto israelo-palestinese, che mina la serenità dell'intero territorio, nonostante l'espansione degli insediamenti israeliani nella città e attorno a essa abbia determinato una crescita imponente della popolazione giudea.
Soldatesse israeliane
Imperdibile, adeguatamente vestiti (come avvertono i cartelli all'ingresso del quartiere), un'immersione totalizzante a Meah Shearim, un'aura galassia. Qui l'interpretazione della parola di Dio condiziona ogni abitudine; come le parrucche che servono a "nascondere" i capelli delle donne. Contraddizioni della fede. Niente internet, quotidiani (se non quelli loro) né messaggini, cellulari solo vecchio modello; un susseguirsi di negozi dedicati a un'infinita gamma di oggetti per la preghiera, come l'inchiostro speciale per scrivere le pergamene racchiuse nel tefillin, astuccio quadrato che ogni uomo che abbia compiuto i 13 anni di età deve portare sulla fronte o legato al braccio sinistro una volta al giorno: gentile e prodigo di spiegazioni il titolare di Hechal (72 Meah Sherim st, Meah Shearim). Eternamente conteso, il Monte del Tempio/Spianata delle Moschee resta il luogo più suggestivo per osservare la Città Santa, ma è possibile salire su cime più pacifiche. Come quella occidentale del Monte Herzl, tagliato in due dal Memoriale dell'Olocausto e degli eroi: lo Yad Vashem, progettato dall'archistar Moshe Safdie. Oppure la collina di Givat Ram, sede del Museo d'Israele, che spazia dall'archeologia all'arte moderna.
FRIZZANTE E COSMOPOLITA Tel Aviv, affacciata sulla costa del mar Mediterraneo, è invece la città del design e della vita notturna: mentre Gerusalemme brilla dell'oro di uno dei suoi simboli più celebri, la Cupola della Roccia, Tel Aviv risplende dell'acciaio dei suoi grattacieli. Tornando agli incontri "fuori circuito", merita di essere vissuta l'esperienza in kibbutz, dov'è possibile incontrare donne come Rocka, 81 anni, nata e vissuta nello storico kibbutz di Shefayim, a Tel Aviv. O Cristiano, giovane italiano perfettamente integrato nella vita di kibbutz, luogo che nonostante i cambiamenti degli ultimi 50 anni, conserva ancora un'aura mitica. Israele offre inoltre mete di benessere come il Mar Morto e località balneari come Eilat, sul Mar Rosso. Il leggendario deserto del Negev, i percorsi in montagna, le molteplici occasioni di festival culturali rendono il Paese una meta perfetta anche per l'ecoturismo. Per riposarsi dalle fatiche dei Cuor, niente di meglio che una sosta super lusso fra i tesori, anche termali, del Mar Morto, 417 metri sotto al livello del mare: tanti e per tutte le tasche gli hotel con Spa e fanghi. Obbligatoria una sosta a Masada, antica fortezza a sud-est di Gerusalemme, simbolo, per gli ebrei, dell'ultima eroica resistenza contro i Romani nel I secolo a.C. (info e prenotazioni www.parks.org.il).
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