Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/10/2017, a pag. 12, con il titolo "Il Mossad recluta, doti richieste: ottimismo e humour", il commento di Alberto Stabile.
Con l'occasione di informare sulle nuove strategie di reclutamento del Mossad, Alberto Stabile approfitta per elencare i suoi principali successi. Il problema è che li elenca come se si trattasse di azioni criminali: "Dalla sistematica eliminazione dei terroristi palestinesi che compirono la strage di Monaco alle Olimpiadi del 1972 ai continui tentativi di sabotaggio del programma nucleare iraniano (inclusa l’uccisione di alcuni scienziati); dalla raccolta di informazioni segrete sul reattore nucleare iracheno di Osirak, poi distrutto da un raid dell’Aviazione israeliana, alla eliminazione del dirigente di Hamas, Mahmud al Mohbuh, ucciso con iniezione letale nella sua stanza d’albergo a Dubai". Il tono di Stabile è - come sempre - ostile a Israele. Non stupisce dunque che definisca Hezbollah non un movimento terroristico, quale è realmente, ma un semplice "partito".
Ecco l'articolo:
Alberto Stabile
Non basta possedere freddezza e autocontrollo, saper dominare lo stress, essere disponibili al lavoro di gruppo, parlare le lingue e conoscere alla perfezione le nuove tecnologie militari e della comunicazione. Alle nuove reclute del Mossad, i dirigenti dell’Istituto addetti alla gestione delle risorse umane richiedono adesso «ottimismo, senso dell’umorismo e spontaneità», qualità che finora è stato facile riscontrare nelle trasposizioni cinematografiche della figura dell’agente segreto, a partire dal più famoso e piacione di tutti, James Bond, ma meno nei rari squarci di realtà che di tanto in tanto sono offerti alla pubblica opinione. A rivelare questo ulteriore e per certi versi singolare ampliamento dei requisiti indicati dal Mossad per la formazione del perfetto 007 del terzo Millennio è stato Yedioth Aaronoth, il giornale israeliano di più ampia circolazione che è andato a spulciare nei bandi di concorso di cui, al pari della Cia e dei servizi occidentali, si serve anche il servizio di controspionaggio israeliano per infoltire i ranghi. Ma certo non si può dire che «ottimismo, senso dell’umorismo e spontaneità», qualità che potremmo osare di riassumere in una sola parola, simpatia, siano le caratteristiche umane che ci vengon subito in mente le rare volte in cui le vicende del Mossad hanno raggiunto le prime pagine dei giornali.
Efficienza, ardimento, spietatezza, semmai, hanno contribuito a creare il mito che tuttora circonda l’Istituto per l’Intelligence e le Operazioni Speciali, questo la dizione completa e corretta del servizio creato da David Ben Gurion, nel 1949, cui è stata affidata la sicurezza d’Israele. Dalla sistematica eliminazione dei terroristi palestinesi che compirono la strage di Monaco alle Olimpiadi del 1972 (incluso il tragico scambio di persona che l’anno dopo costò la vita a un innocente cameriere marocchino a Lillehammer, in Norvegia) ai continui tentativi di sabotaggio del programma nucleare iraniano (inclusa l’uccisione di alcuni scienziati); dalla raccolta di informazioni segrete sul reattore nucleare iracheno di Osirak, poi distrutto da un raid dell’Aviazione israeliana, alla eliminazione del dirigente di Hamas, Mahmud al Mohbuh, ucciso con iniezione letale nella sua stanza d’albergo a Dubai, operazione alla cui preparazione hanno partecipato nei mesi precedenti decine di agenti, la storia del Mossad parla attraverso le sue più eclatanti missioni destinate non soltanto a centrare l’obbiettivo assegnato ma anche a suscitare stupore e timore.
Ma forse proprio per rendere la sorpresa ancora più efficace non basta che i nuovi agenti sappiano usare la pistola, o il veleno, ma devono saper strappare il sorriso, essere di battuta facile, comunicare ottimismo. Qualità che è impossibile rintracciare negli identikit di alcuni “operativi” recentemente arrestati in Libano, personaggi libanesi pagati a cottimo per raccogliere e fornire notizie sulle strutture militari del Partito di Dio, Hezbollah. Difficile dire quale sarà l’esito di questa innovazione introdotta nei criteri di selezione. Di sicuro il Mossad è un’organizzazione capace di rinnovarsi. All’inizio del mese di Ottobre, ben due donne, Y. e S., sono state promosse capo divisione e ammesse a far parte della cosiddetta Rasha, il forum dei Capi Divisione, in poche parole l’alto comando del servizio di controspionaggio. Cosa che non era mai successa prima.
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