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Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli Cari amici, vale la pena di riflettere ancora sulle elezioni austriache, perché sono un caso molto tipico. So bene che le mie posizioni sono state criticate, anche da persone che stimo, e che ci sono state organizzazioni ebraiche che hanno invitato il vincitore delle elezioni, il democristiano Kurz, a non allearsi con la destra liberale. E’ una discussione che continuerà, perché la tendenza all’affermazione della destra si protrarrà almeno fino a che l’Unione Europea e i singoli governi continueranno a cercare di imporre l’assorbimento di grandi numeri di immigrati irregolari, per lo più islamici e solo in piccola parte provenienti da zone di guerra. E fino a che questi immigrati islamici continueranno a non comportarsi come ospiti discreti, desiderosi di integrazione e capaci di accettare le libertà che abbiamo costruito nei nostri paesi (innanzitutto quella di religione, quella delle donne e degli omosessuali) e a comportarsi come in terra di conquista. E naturalmente fino a che ci saranno attentati grandi e piccoli, contro obbiettivi comuni o contro “nemici” come i luoghi ebraici o i giornali di satira). Che questi attentati non siano talvolta compiuti da immigrati recenti, ma da vecchi immigrati e magari anche dai loro figli naturalizzati è un potente argomento contro l’immigrazione clandestina, che produce i suoi effetti negativi anche dopo molto tempo e soprattutto contro la naturalizzazione (lo ius soli), che non spegne la spinta terrorista ma impedisce alcuni dei meccanismi di autodifesa, come l’espulsione (a proposito, vi invito a scorrere questa lista compilata dal Foglio sulle recenti espulsioni di possibili terroristi dall’Italia: prima parte http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=67944, seconda parte http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=67945).
Insomma, continueremo a discutere. A me sembra che i miei critici siano fermi a una classificazione dei nemici e dei pericoli vera fino a settant’anni fa, in cui l’asse fondamentale di scontro era fra un’estrema destra nazifascista e una sinistra in cui aveva parte un’altra dittatura sanguinosa, quella comunista, proprio perché era stata nemica (ma non sempre e non sempre coerentemente) del nazifascismo. Oggi il pericolo principale, per la democrazia europea, per la vita delle persone in generale e soprattutto degli ebrei, viene dalle diverse forma di Islam militante; l’estrema sinistra e anche parte della sinistra moderata rifiutano di combattere e in parte sono proprio complici di questo pericolo. I movimenti di estrema destra violenta ed esplicitamente nostalgica sono marginalizzati e poco pericolosi, esiste invece una destra che non pratica la violenza, che non vuole abolire la democrazia, ma si oppone all’invasione islamica e al tentativo di consolidare l’apparato burocratico europeo, privo di legittimità democratica e dominato da un’ideologia terzomondista e snazionalizzante. Io credo che oggi la contraddizione principale (come dicevano una volta i marxisti) passi fra chi si oppone all’invasione islamica e alla snazionalizzazione dell’Europa, includendo dunque la destra non violenta e non antisemita, e chi invece in sostanza l’appoggia, includendo l’estrema sinistra, ma anche il vertice della Chiesa, ex centristi spostati a sinistra come la Merkel, molti socialdemocratici. E’ questo scontro che i risultati elettorali degli ultimi anni hanno reso attuale, in esso che bisogna prendere posizione. Chi cerca di sostenere che il tema dominante è ancora la lotta sacrosanta di novanta, ottanta, settant’anni fa non capisce (o fa finta di non capire) il mondo in cui viviamo. E in questo la lezione austriaca è importante, perché è coerente con quelle delle lezioni precedenti. La riassumo così. Quando una forza di centro (in questo caso la OVP di Kurz, in Olanda il VVD di Rutte, entro certi limiti in Francia Macron) assume le preoccupazioni sull’immigrazione e l’Europa in maniera che all’elettorato appare credibile, giusto o sbagliato che sia, esso vince e limita l’ascesa delle forze di destra. Quando questa operazione di far corrispondere la propria offerta politica alla domanda politica crescente degli elettori è impossibile o non voluta o non riuscita, come in Germania, le forze centriste perdono pesantemente e la destra si afferma. I socialdemocratici perdono dappertutto e dappertutto sono fuori gioco; la sinistra estrema dappertutto si divide per il suo congenito settarismo (in Austria se non sbaglio, hanno preso voti quattro partitini verdi o comunisti, lo stesso in Francia e in Olanda) e conta anche meno di quel che potrebbe, avendo dappertutto salvo che in Grecia e in Spagna meno del 10% dei voti. Da italiano che ama il suo paese, spero che qualcuno faccia a Renzi quest’analisi. Perché se vuole vincere, anche in una situazione anomala come la nostra in cui a peso un partito di protesta posseduto da una società commerciale, privo di ideologia e di linea politica precisa, affidato solo alla demagogia della rete, il PD può vincere solo se tiene conto delle tendenze dell’elettorato e dunque collocandosi davvero al centro, mostrando davvero la volontà emersa ogni tanto di resistere all’invasione e alla burocrazia europea; se invece cede alla pressione di Bergoglio, dei guru alla Scalfari, dei riflessi ideologici della vecchia sinistra, sarà sicuramente sconfitto. E se va bene, anche in Italia avremo di nuovo un governo di centrodestra, se va male rischiamo di la paralisi o chissà quali avventure con il circo grillino.
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
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