Le teorie palestiniste e i loro sostenitori europei
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra: la terrorista e sostenitrice del BDS Leila Khaled al Parlamento europeo
Cari amici,
volete sapere perché non mi piace l’Unione Europea e perché mi piacciono ancor meno le sue sinistre estreme, tipo “Podemos”, die Linke”, “Izquierda unida”, “Syriza” e i loro corrispondenti italiani? E’ molto semplice. Come Deborah Fait vi ha già accennato, qualche giorno fa (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=67777), per iniziativa del gruppo parlamentare che mette insieme questo fritto misto di comunisti, anarchici, estremisti verdi anticapitalisti vari, il GUE/NGL (https://it.wikipedia.org/wiki/Sinistra_Unitaria_Europea/Sinistra_Verde_Nordica) il parlamento europeo ha ospitato l’intervento di una donna chiamata Leila Khaled, o, se preferite usare le parole di una deputata irlandese del gruppo, Marina Anderson, “the legendary Palestinian revolutionary Leila Khaled”, con un “fantastico successo di pubblico”, come ha twittato la stessa Anderson (https://www.ikg-wien.at/jmf-europe-huge-success-for-terrorist-leila-khaled-at-european-parliament/?lang=en).
Terrorista palestinese
Non sapete chi è Leila Khaled? La più nota terrorista della prima generazione palestinista, autrice di due dirottamenti aerei fra il ‘69 e il ‘70, arrestata da un poliziotto israeliano durante il suo secondo dirottamento aereo (era un volo El Al) e consegnata agli inglesi che la liberarono dopo meno di un mese. (https://it.wikipedia.org/wiki/Leila_Khaled). Da allora è sempre rimasta nemico pubblico di Israele e membro della direzione del Popular Front for the Liberation of Palestine (PFLP), il gruppo diretto da George Habash che è stato dichiarato terrorista dall’Unione Europea già (o forse bisognerebbe dire: appena) nel 2002 e di cui si è appena deciso che dovesse restare nella lista dei terroristi. Un parlamento che riceve e onora la dirigente di un movimento che la sua stessa organizzazione ha dichiarato terrorista… Vale la pena di citare qualche frase del suo applauditissimo discorso: “Non ci sarà pace finché un solo sionista si troverà sulla terra palestinese [che per lei va naturalmente “dal fiume al mare”, includendo tutto il territorio di Israele]. Noi vogliamo che le forze sioniste si sentano minacciate. Dunque penso che bisogna fare qualcosa. A un certo punto della mia vita mi sono detta: come possiamo opporci? Dirottiamo un aereo, è il solo modo per andare avanti” (https://www.youtube.com/watch?v=VYBomIo8hEI).
Per nulla pentita, dunque, terrorista che rivendica i propri atti e vuole la distruzione di Israele “fino all’ultimo sionista”, e il parlamento europeo, presieduto dal forzista italiano Tajani, le concede spazio e amplificazione mediatica (https://www.algemeiner.com/2017/09/29/why-did-the-european-parliament-embrace-a-palestinian-terrorist/), suscitando le proteste di un certo numero (purtroppo pochi) parlamentari: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/236690.
Qualcuno dirà: è un caso isolato. Il tentativo di dare legittimità politica al terrorismo e di distruggere Israele è marginale. E invece no, o almeno non fra i palestinisti. Vi ricordate Haneen Zoabi, la deputata araba alla Knesset che ha partecipato alla provocazione della flottiglia turca che tentò di rompere alcuni anni fa il blocco navale di Gaza e che è stata protagonista di molte altre provocazioni? Be’, la settimana scorsa è andata in America (grazie al suo passaporto israeliano) a spiegare che Israele è illegittima perché gli ebrei non hanno diritto all’autodeterminazione – mentre naturalmente i “palestinesi” sì (http://www.jpost.com/Israel-News/Arab-MK-Zoabi-Jews-not-entitled-to-self-determination-507309). E perché il popolo ebraico sarebbe l’unico al mondo a non aver diritto all’autodeterminazione? Perché non sarebbero un popolo ma “una religione”. E’ una vecchia storia usata quando fa comodo dalle religioni universaliste (più che il cristianesimo, l’islam e il comunismo), che non capiscono che la nozione di “religione” come fede, facilmente condivisibile da chiunque accetti di “credere” o “confessare” certi enunciati riguardo alla divinità, è un’invenzione cristiana, che non corrisponde non solo al modo in cui si è costituito l’ebraismo, ma neppure a buona parte dei culti antichi, che erano basati sulla comunità politica di un popolo o di una città. Che gli ebrei siano un popolo che in quanto tale ha ricevuto la rivelazione del Sinai, ha riconosciuto il suo rapporto particolare con la Divinità universale e pratica la legge che ne consegue è il cuore della Bibbia ebraica ed è il punto di distacco dal cristianesimo, che pure già da Paolo di Tarso ha preso atto del fatto che gli ebrei erano un popolo con una religione e non semplicemente una “fede”.
Può sembrare una distinzione puramente intellettuale, ma essa fa parte delle basi della politica palestinista (https://www.facebook.com/emanuel.segreamar/posts/1145374088927022) e giustifica la pretesa paradossale di una “resistenza” sanguinaria (https://unitedwithisrael.org/palestinians-dying-for-allah-will-create-state-of-palestine) giustificata dal principio dell’autodeterminazione dei popoli che non ha remore a negare l’autodeterminazione del popolo ebraico. Tanto che il capogruppo della lista araba alla Knesset (il presidente dunque anche di Haneen Zoabi) giustifica apertamente gli attacchi ai soldati del paese nel cui parlamento siede ( http://www.jewishpress.com/news/eye-on-palestine/palestinian-authority/joint-list-chairman-says-attacks-on-idf-soldiers-legitimate-struggle-against-occupation/2017/10/15/). Perché per lui, come per gli antisionisti/antisemiti nostrani, Israele non ha legittimità, dato che gli ebrei sono l’unico popolo a non avere diritto a uno Stato, anzi a non essere un popolo. Vi ricorda qualcosa? A me sì.
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