Cari amici,
inopinatamente, a settant’anni e passa dalla liberazione di Auschwitz, è tornata di moda la razza, o meglio il razzismo, come accusa agli avversari politici. I democratici americani hanno dato del razzista a Trump e addirittura del seguace di Evola al suo consigliere Bannon, colpevole solo di conoscere l’esistenza di questo mediocre apologeta della razza; la sinistra francese se l’è presa in termini analoghi con Marine Le Pen, quella tedesca con l’AfD; i guru dei giornali ci spiegano un giorno sì e l’altro pure che opporsi all’invasione islamica è razzismo e che “populismo” e razzismo sono la stessa cosa, una misteriosa malattia dello spirito provocata nell’animo degli elettori occidentali da qualche stregone di passaggio o cattiva congiunzione astrale, visto che i guasti dell’immigrazione e il terrorismo che ne deriva non c’entrano.
Ma, scusate, voi sapete esattamente che cos’è il razzismo? Vi aiuto con un paio di definizioni. La Treccani scrive: “razzismo - Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il predominio della 'razza superiore'. “ (http://www.treccani.it/enciclopedia/razzismo/). Il Sabatini Coletti scrive “Ideologia che, fondata su un'arbitraria distinzione dell'uomo in razze, giustifica la supremazia di un'etnia sulle altre e intende realizzarla attraverso politiche discriminatorie e persecutorie” (http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/R/razzismo.shtml).
Insomma il razzismo è credere che l’umanità sia divisa in entità sostanziali chiamate “razze” e che vi sia fra esse una essenziale differenza di valori. Il problema è che il primo di questi presupposti (e quindi per forza anche il secondo) è scientificamente falso. L’ha dimostrato in maniera conclusiva molti anni fa la grande ricerca del genetista Luca Cavalli Sforza, che ha mostrato che la variabilità genetica fra gli esseri umani è molto bassa (inferiore allo 0,5% dei geni) e che essa è comunque sempre maggiore all’interno delle popolazioni, che fra loro. Cioè ci sono sempre più differenze genetiche fra tedeschi e tedeschi (o norvegesi e norvegesi, bantù e bantù, ebrei ed ebrei) che fra tedeschi e bantù, o norvegesi e giapponesi. Non è così evidente al primo sguardo, perché guardiamo a caratteri estremamente superficiali e variabili nel tempo come il colore della pelle o la forma degli occhi e del naso. Siamo tutti pronipoti delle stesse popolazioni emigrate dall’Africa qualche decina di migliaia d’anni fa. Se vi interessano le prove, leggete questo manualetto: https://www.amazon.it/Linvenzione-delle-razze-biodiversit%C3%A0-Tascabili-ebook/dp/B00671HX88, se volete un’esposizione breve e vivace, vi consiglio questa vecchia intervista di Cavalli Sforza: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/14/chi-dice-razza-non-sa-cosa-dice.html
Dunque il razzista prima ancora di essere colpevole è ignorante, proprio perché usa il concetto di razza. E in Europa non lo fa più quasi nessuno, a destra come a sinistra. E’ un concetto così estraneo alla nostra sfera pubblica che qualcuno ha proposto di eliminare il termine dall’art. 3 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
E però di recente ho scoperto ci sono quelli che credono che le razze esistano e che ce ne siano di migliori delle altre, e che negare questo fatto o dire che non si bada alle razze sia un peccato gravissimo. Sono i pretesi “neonazisti” dell’AfD o i loro cugini austriaci? E’ per caso Salvini, la Le Pen i Fratelli d’Italia? Nossignori, non sono loro. Sono i “progressisti” americani, quelli che definiscono fascista Trump e magari propongono di buttar giù le architetture del fascismo (https://www.newyorker.com/culture/culture-desk/why-are-so-many-fascist-monuments-still-standing-in-italy), salvo poi ritirare la mano e sostenere di essere stati fraintesi, di aver solo voluto segnalare che noi italiani non ci impegniamo abbastanza contro l’incombente (!) pericolo fascista (http://www.lastampa.it/2017/10/13/cultura/la-storica-usa-mai-proposto-di-abbattere-i-monumenti-fascisti-UGpw24vX1F1z436U55RhBM/pagina.html).
Sono in particolare i neri, quelli secondo cui dire “black lives matter” (cioè le vite dei neri contano) va bene, ma dire “every life matter” (cioè ogni vita ha un peso e non va stroncata) invece no, è razzista. Se non ci credete, guardatevi per esempio questo articolo pubblicato con pompa sul “Huffington post” il più diffuso sito “progressista” di notizie che pontifica sulle “11 cose che i bianchi devono comprendere sulla razza” (https://www.huffingtonpost.com/entry/11-things-white-people-need-to-realize-about-race_us_55b0009be4b07af29d576702) fra cui la prima è che “ognuno ha una razza, anche tu”. O leggete quest’altro, pubblicato sul Guardian, che è un po’ la “repubblica” inglese il cui titolo è tutto un programma: “Chi non vede la razza cancella i neri e il loro contributo” (https://www.theguardian.com/commentisfree/2016/feb/15/bill-clinton-we-are-all-mixed-race-erases-black-people), prendendosela con icone progressiste come Bill Clinton, Steven Spielberg e MerylStreep per non essere abbastanza fedeli alla nozione di razza.
Un esempio più popolare e diretto è quello di Munroe Bergdorf, nota per essere stata la prima modella trans di L’Oreal, licenziata dopo aver dichiarato non solo che tutti, ma proprio tutti i bianchi sono razzisti, ha aggiunto che “Quando i bianchi ammetteranno che la loro razza è la forza più violenta e oppressiva che esista sulla terra… allora potremo iniziare a parlare” (http://www.dailymail.co.uk/news/article-4842092/L-Oreal-transgender-model-says-white-people-racist.html). A me sembra evidente che questo discorso contiene esattamente le due clausole del razzismo, dà le razze come una realtà e ne definisce una (quella bianca) come inferiore alle altre. Ma se volete conferma di quanto razzista sia il Bergdorf pensiero (e quello di tutti quegli “attivisti” che la pensano come lei) e in più volete godervi il contorto lessico sinistrese americano contemporaneo, vi consiglio questa intervista: https://www.theguardian.com/global/2017/sep/04/munroe-bergdorf-on-the-loreal-racism-row-it-puzzles-me-that-my-views-are-considered-extreme.
Ma i razzisti neri non si limitano a parlar male dei bianchi – di tutti i bianchi in quanto bianchi. Rivendicano anche come loro pezzi crescenti della storia occidentale. Qualche anno fa fece rumore nell’accademia (nel senso che fu subissato dalle risate degli specialisti) un libro intitolato “Black Athena”, in cui si sosteneva che la cultura ateniese era stata fatta dai neri: una tesi abbastanza “progressista” perché questo libro sia stato anche tradotto in italiano da un editore di sinistra come Il saggiatore (https://www.amazon.it/Atena-radici-afroasiatiche-civilt%C3%A0-classica/dp/8842813478/). E se non vi basta l’idea che Platone e Demostene e Fidia fossero africani, vi invito a dare un’occhiata a questo divertentissimo sito in cui alle schiere della “razza” nera sono annessi gli antichi ebrei, Gesù, gli etruschi, la civiltà indiana della valle dell’Indo, i Sumeri, la Germania, il Vietnam ecc. ecc. ( http://realhistoryww.com/).
Voi direte: folklore. E invece no. La serissima e prestigiosissima Oxford University press ha appena pubblicato quest’anno un manuale dal pomposo titolo di “The Oxford Handbook of Philosophy and Race” della lunghezza di 656 pagine e al modico prezzo di 150 dollari a cura di Naomi Zack, una “filosofa” dell’Università dell’Oregon, che non è proprio Harvard, ma comunque… (https://global.oup.com/academic/product/the-oxford-handbook-of-philosophy-and-race-9780190236953).
Insomma, il razzismo nella cultura “progressista” americana è completamente sdoganato. Purché sia razzismo nero, sia ben chiaro. Se provate a sostenere che i finlandesi o magari addirittura gli ungheresi sono i migliori, siete finito, diventate un terribile “suprematista bianco”. Se lodate i cinesi non si sa, ma dovete essere fermamente convinto che gli arabi sono meglio degli ebrei, perché se non lo sapete, anche gli arabi sono “di colore”, quindi buoni, mentre gli ebrei sono bianchi colonialisti – fino a che non li mandano nei campi o li sgozzano in quanto “scimmie e maiali”. Purtroppo oggi il fascismo è di sinistra, nonostante i guru che hanno paura dei santini di Mussolini.
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