Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/10/2017, a pag.14 con il titolo "Tillerson frena sull'ipotesi sanzioni all'Iran", il commento di Francesco Semprini.
Se il segretario di Stato Usa Rex Tillerson non condivide la linea del presidente Donald Trump forse potrebbe dimettersi e lasciare spazio ad altri. La politica americana verso l'Iran è infatti uno dei cardini del programma di Trump, aspettiamo che le promesse della campagna elettorale vengano fatte seguire dai fatti.
Ecco l'articolo:
Francesco Semprini
Rischia di passare alla storia come l’intesa della discordia nell’amministrazione Trump l’accordo sul nucleare iraniano. Dopo la presa di posizione, giunta in settimana da parte del presidente americano, sono i più alti ranghi della diplomazia a stelle e strisce a prendere le distanze, dando di fatto vita alla fronda del pragmatismo. «Rimanere nell’accordo con l’Iran è nell’interesse degli Stati Uniti», avverte Rex Tillerson, il quale si è detto in linea col segretario alla Difesa Jim Mattis secondo cui il Congresso non deve imporre sanzioni a Teheran.
Donald Trump, Rex Tillerson
Così come minacciato da Trump venerdì quando ha «decertificato» l’accordo sul nucleare, pur non abbandonandolo, almeno per ora, spiegando che la Repubblica islamica viola «lo spirito» dell’accordo. Un’angolatura distante da quella del segretario di Stato il quale ha sottolineato che gli Usa vogliono attuare l’intesa e poi «inizieranno a sistemarne le imperfezioni». L’intervento di Tillerson alla Cnn è destinato ad alimentare le voci di chi parla di sostanziale dissapore tra l’inquilino della Casa Bianca e il titolare di Foggy Bottom. Dissapori che, secondo il senatore «ribelle» Bob Corker «castrerebbero» il capo della diplomazia Usa. «Ho fatto un controllo. Sono ancora tutto intero...», glissa Tillerson che torna sull’altro dossier caldo di politica estera, ovvero la Corea del Nord. «Lo sforzo diplomatico andrà avanti fino a che non cadrà la prima bomba, il presidente Trump ha chiarito che vuole risolvere la questione diplomaticamente». Anche qui toni dissonanti, visto che proprio Trump in un tweet ha affermato che Tillerson perdeva tempo nel negoziare con Pyongyang. A rilanciare la linea del pragmatismo è Nicky Haley: «Adesso rimaniamo nell’accordo, speriamo di migliorarlo». Per l’ambasciatrice Usa all’Onu l’accordo è un incentivo: «Il motivo per cui guardiamo con attenzione all’intesa con l’Iran, è perché non ci si trovi dinanzi a una situazione simile a quella con la Corea del Nord». Una presa di posizione ancora più energica visto che la Haley era sembrata più vicina a Trump che a Tillerson sul dossier, tanto che qualcuno aveva parlato di clima da Terza guerra mondiale a Foggy Bottom. «Sono teatrali intrighi di palazzo - minimizza - sono contenta di lavorare a New York lontano da certi gossip».
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