Da Hamas a pro-Israele: il caso straordinario di Yousef
Manfred Gerstenfeld intervista Mosab Hassan Yousef
(Traduzione di Angelo Pezzana)
A destra: l'intervento all'Onu di Mosab Hassan Yousef, video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello: https://www.youtube.com/watch?v=fcbOazYEPog
Sotto, la reazione dei delegati arabi palestinesi
Mosab Hassan Yousef è nato nel 1978 a Ramallah, suo padre Sheikh Hassan Yousef, fondatore di Hamas. Coinvolto in attività anti israeliane venne arrestato dallo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna. Duranta la sua prigionia decise di diventare un agente segreto pro Israele, dopo avere visto la enorme differenza tra Hamas e Israele, una collaborazione con i servizi di sicurezza che è durata dieci anni. “Hamas, che conosco molto bene, è una organizzazione politico-ideologica che fa della violenza più estrema lo strumento per raggiungere i propri fini. Nel secolo 21°, non dovrebbe essere permesso a nessuno, né a livello individuale né a un gruppo, di servirsi della violenza. Per me Hamas è una organizzazione terrorista. “Ho constatato quanto sia totalmente differente il comportamento dell’Israele democratico da quello di Hamas e Fatah. Hamas vive ancora nel 7°secolo, qualcosa che l’Europa non può nemmeno immaginare. In questi anni ho capito che, a causa del fanatismo religioso, Hamas non può fare la pace con Israele. La loro interpretazione dell’islam ammette con gli infedeli soltanto un cessate il fuoco, non la pace. E questo cessate il fuoco può durare non più di 15 anni. Nessuna soluzione politica a lungo termine potrà mai essere accettata da Hamas. Non c’entrano i confini, ma chi crede nel loro dio e chi no. L’obiettivo di Hamas non è soltanto Israele, l’islam deve arrivare a comandare su tutti gli infedeli. La storia di Yousef è raccontata nel libro best seller del 2010 “ Figlio di Hamas, un racconto appassionante di terrore, tradimento, intrighi politici e scelte inimmaginabili”, tradotto in molte lingue.
La locandina del film La copertina (Gremese ed.)
Il film “Il Principe Verde”,che racconta la sua vita è stato girato nel 2014. Yousef si è poi convertito al cristianesimo e oggi vive negli Stati Uniti, dove ha trovato rifugio nel 2010. Questa intervista ha avuto luogo il 27 settembre 2007, due giorni dopo l’intervento di Yousef organizzato da UN Watch al Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani a Ginevra. In questa intervista Yousef riprende diverse affermazioni fatte al UNHRC. Il video del suo intervento al Condiglio Onu di Ginevra si può vedere su in formazione corretta sottotitolato in italiano. In quanto alla Autorità palestinese, Yousef afferma che non è stata eletta dai palestinesi. Al contrario, si è auto eletta senza il consenso dei suoi cittadini. Lo testimonia la continua violazione dei diritti umani nei territori dell’AP. Ecco quanto ha dichiarato a Ginevra sull’AP: “ I palestinesi e il loro sviluppo umano sono l’ultimo dei vostri pensieri. Voi rapite gli studenti palestinesi nelle università e li torturate nelle vostre prigioni. Come torturate i vostri rivali politici. Le sofferenze della popolazione palestinese è il risultato dei vostri interessi privati. Voi siete il nemico più grande del popolo palestinese”.
Yousef continua: “ Dico spesso che gli israeliani hanno più cura dei palestinesi della leadership di Fatah e Hamas. Non credo che la lotta violenta dei palestinese sia giustificata”. In un altro dibattito in Svizzera ha detto che né Hamas ne Abbas hannop interesse a che il conflitto finisca, finchè c’è le loro organizzazioni ricevono miliardi di dollari. In quanto all’islam nel suo insieme, Yousef ha dichiarato: “ Sono nato musulmano, non per mia scelta. L’islam è dogmaticamente ambiguo, è colmo di violenza. Che non posso assolutamente accettare. Uccidere nel nome di Allah è un enorme problema che le società occidentali non comprendono sufficientemente. Il politicamente corretto dell’Occidente apre le porte al terrorismo islamico. Non voglio cancellare l’islam, ma oppormi alla sua violenza odierna. Credo che una nuova generazione di musulmani dovrebbe essere educata all’amore e non all’odio. “ Ho deciso di convertirmi al cristianesimo, una religione che è considerate negativamente dai musulmani. Il cristianesimo mi ha insegnato ad amare l’altro. Israele e l’Occidente amano la vita, Hamas e Fatah glorificano la morte. Questo è un altro motivo per cui è così difficile negoziare. Dove possiamo trovare un interesse in comune quando i valori sono così differenti? Sulla pace tra Israele e I palestinesi, Yousef dice: “ il popolo palestinese è molto stanco. Sono stati ingannati dai leader palestinesi con false speranze su uno stato con confini, indipendenza e auto-determinazione. È tempo che il popolo palestinese capisca finalmente che Israele è una realtà e la sua sicurezza in questa regione è fuori discussione”.
“I palestinesi devono porsi il problema delle priorità. Il loro obiettivo politico è la priorità più importante? Se desiderano essere presi in giro dai loro leader il loro destino sarà sempre segnato da sofferenze e miseria. Le priorità devono esser anche non-politiche: sviluppare la loro economia, una migliore educazione, incrementare i diritti individuali, una sanità più moderna, così come le infrastrutture. Perché questo avvenga devono diventare pragmatici. “In queso caso Israele e il resto del mondo può aiutarli a far progredire città e villaggi. Potranno così sviluppare non solo l’economia ma anche le strutture sanitarie e i rapporti con il mondo. Mi sembrano priorità molto migliori che non seguire immaginari obiettivi politici imposti da politicanti corrotti cui interessa il destino del proprio popolo. Quando gli fu chiesto se aveva intenzione di fondare un movimento, Yousef rispose ridendo: “ Non ho in mente di fondare nessun movimento e non appartengo a nessuna organizzazione. Sono un individuo e non rappresento nessuno. Parlo in base alla mia esperienza. Se mi chiedete qual è il mio obiettivo, rispondo i miei sogni. L’intera esistenza di un essere umano sono i suoi sogni.
Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.
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