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Il Manifesto Rassegna Stampa
04.10.2017 Disinformazione totale sul Manifesto: i terroristi di Hamas diventano 'dipendenti pubblici' e il pericolo per la pace Netanyahu
Michele Giorgio rovescia la realtà

Testata: Il Manifesto
Data: 04 ottobre 2017
Pagina: 9
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Netanyahu minaccia l'unità Hamas-Fatah»
Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 04/10/2017, a pag. 9, con il titolo 'Tillerson Netanyahu minaccia l'unità Hamas-Fatah', il commento di Michele Giorgio.

Michele Giorgio rovescia completamente la notizia che abbiamo pubblicato oggi in altra pagina delle relazioni tra Hamas e Fatah a Gaza. Per Giorgio la notizia non è questa, ma le "minacce" di Benjamin Netanyahu, che secondo il giornalista "ha sganciato un siluro contro la riconciliazione tra il movimento islamico Hamas e Fatah". Giorgio, inoltre, giunge a scrivere dei "40mila dipendenti pubblici di Hamas di cui il movimento islamico chiede l'integrazione nell'Anp", definiti appunto "dipendenti pubblici" anziché terroristi, come dovrebbe essere, vista la definizione ufficiale di UE e ONU di Hamas.. Il risultato è un articolo di totale disinformazione e pregiudizio contro lo Stato ebraico in cui i terroristi assassini vengono presentati come candide colombe desiderose di pace e riconciliazione.

Ecco l'articolo:

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Michele Giorgio

 

Benjamin Netanyahu entra a gamba tesa nelle trattative per l'unità nazionale palestinese. Ieri il premier israeliano, dopo aver annunciato la costruzione di altre migliaia di alloggi nella colonia di Maale Adumim, ha sganciato un siluro contro la riconciliazione tra il movimento islamico Hamas e Fatah, il partito del presidente Abu Mazen: "Non possiamo accettare presunte riconciliazioni in cui la controparte palestinese si riconcilia a spese della nostra esistenza. Chi vuole fare riconciliazioni deve riconoscere Israele, smantellare l'ala armata di Hamas, spezzare i legami con l'Iran".

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dipendenti pubblici?

IMMEDIATO L'APPLAUSO del ministro e leader partito ultranazionalista Casa ebraica, Naftali Bennett, che da parte sua ha invocato sanzioni economiche contro l'Anp. Le minacce di Netanyahu sono giunte mentre il premier dell'Anp Rami Hamdallah teneva ieri a Gaza city la prima seduta del suo governo dopo oltre due anni e annunciava che i suoi ministri hanno assunto la gestione amministrativa della Striscia.

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'IL GOVERNO SI OCCUPERÀ di tutte le questioni rimaste in sospeso e la riconciliazione darà fiducia ai paesi donatori perla ricostruzione di Gaza', ha detto prima della riunione con all'ordine del giorno la questione dei circa 40mila dipendenti pubblici di Hamas di cui il movimento islamico chiede l'integrazione nell'Anp. Sul buon esito dei negoziati non gravano solo le dichiarazioni di Netanyahu. Non è stata ancora trovata una soluzione per il ruolo delle Brigate Ezzedin al Qassam, il braccio armato di Hamas, di cui gli islamisti escludono categoricamente lo scioglimento. In un monito rivolto ad Hamas, ieri Abu Mazen ha detto che a Gaza non saranno tollerate anni illegali.

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