Riprendiamo da LIBERO di oggi, 04/10/2017, a pag. 13, con il titolo "Primi passi del Kurdistan da Stato sovrano", la breve di Ilaria Pedrali.
Mentre il Kurdistan, a una settimana dal referendum perla sua indipendenza, si prepara alle elezioni da stato indipendente previste per il primo di novembre, Iran e Iraq hanno avviato una serie di manovre militari congiunte. E anche la Turchia si dice pronta a nuove sanzioni contro il Kurdistan iracheno qualora Erbil non facesse un passo indietro dopo l'approvazione del referendum consultivo sull'indipendenza da Baghdad. Inoltre minaccia la chiusura dell'oleodotto che esporta il greggio dal Kurdistan iracheno alla Turchia, precisando che il solo interlocutore della Turchia sarà il governo di Baghdad. Iraq e Turchia, così come Siria e Iran, considerano infatti il referendum dei curdi iracheni un attentato alla stabilità della regione.
Baghdad, che controlla tutto lo spazio aereo iracheno all'indomani del referendum, ha deciso di sospendere i collegamenti aerei internazionali con il Kurdistan. Le esercitazioni militari congiunte sono state ordinate in seguito all'esito del referendum di domenica scorsa, condannato sia da Teheran sia dalle autorità centrali di Baghdad. e si stanno svolgendo alla frontiera tra il Kurdistan iracheno e l'Iran. Al momento il primo effetto di queste esercitazioni è stata la chiusura di due valichi di frontiera al solo traffico delle merci. Una delle primissime reazioni del post referendum è stata l'interruzione delle esportazioni di carburante dall'Iran verso il Kurdistan iracheno. Tutti segnali che mentre Erbil si prepara alle votazioni dell'1 novembre, gli stati vicini stanno preparando la loro risposta. Il Kurdistan rimane sempre più isolato e all'orizzonte si profila un confronto militare che con tuna probabilità non avrà un esito favorevole a Erbil.
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