Morte di un venerato Fratello Musulmano
Commento di Zvi Mazel
(Traduzione di Angelo Pezzana)
http://www.jpost.com/Middle-East/Death-of-a-dedicated-Muslim-Brother-506354
Il simbolo della Fratellanza Musulmana
La scorsa settimana, nella città israeliana di Umm el-Fahm, si è svolta una pubblica e solenne cerimonia funebre in ricordo di Muhammad Mahdi Akef, già leader della Fratellanza Musulmana. A condurla era Mashhour Fawaz, membro dell’Unione Mondiale degli Studiosi Islamici, una importante organizzazione della Fratellanza, fondata da Youssef al-Qaradawi, e direttore dell’Alto Consiglio Islamico che emette le fatwa in Israele. Fawaz ha affermato “la nazione musulmana ha perso uno dei suoi più grandi predicatori”.
Il fanatismo dei Fratelli musulmani in Egitto
Akef, uno dei leader storici della Fratellanza, è morto, all’età di 89 anni, al Cairo nell’ospedale Kasr el Ayni. Già insegnante di educazione fisica, si era affermato per le sue grandi capacità che l’avevano portato a essere, nel 2004, il settimo leader supremo del movimento. Apparteneva alla fazione più fanatica della Fratellanza, seguace integrale degli insegnamenti di Sayyid Qutb (1906-1966), il quale predicava che la società araba non era più ubbidiente alle regole dell’islam, per cui l’jihad era indispensabile per ritornare alla osservanza della Shari’a. Da qui rinasce il risveglio dell’islam che ha dato vita a al-Qaida, Isis, Boko Haram, al-Shabaab in Somalia e a dozzine di altre formazioni terroriste. Akef era nato nel 1928, l’anno di fondazione della Fratellanza. A 12 anni si era già unito al movimento, diventando membro attivo del gruppo che agiva segretamente per rovesciare il regime del re Faruk e mettere fine alla occupazione britannica quale premessa per la rinascita del Califfato.
La Fratellanza intanto eliminava figure pubbliche importanti, inclusi due primi ministri e un giudice, mentre stabiliva negli anni ’30 con i nazisti e organizzava la propaganda contro gli ebrei ispirandosi a Der Sturmer. Nel 1949, il servizio segreto del re uccide Hassan al-Banna, il fondatore e primo leader della Fratellanza, dichiarandola fuorilegge. Akef si era arruolato nei volontari della Fratellanza che parteciparono nel 1948 alla guerra contro l’appena rinato Stato ebraico. Venne poi arrestato nel 1954 dopo il fallito attentato contro Nasser e condannato a 25 anni di carcere. Mentre era in prigione collaborò con Sayyid Qutb e un secondo tentativo di uccidere il rais nel 1965. Il complotto venne scoperto in tempo e Qutb venne condannato a morte. Nel 1974, il presidente Sadat liberò Akef insieme a molti altri Fratelli imprigionati, nel tentativo di creare un gruppo che combattesse contro i seguaci di Nasser, alleati in Egitto con i sovietici. D’ora in poi Akef si dedica interamente a promuovere la Fratellanza percorrendone tutti i gradi del potere. Nel 1996 venne condannato a tre anni di carcere; da quel momento divenne leader del movimento della Fratellanza a livello mondiale. Nel 2004 venne nominato leader supremo, mantenendo la carica fino al 2010, dimostrando un fanatico estremismo islamico, che si presentava particolarmente duro nei confronti del suo stesso paese.
In una intervista pubblica, dichiarò che quando ci sarà il Califfato, l’Egitto non avrà una speciale importanza, perché, per quanto lo riguardava, il Califfo poteva arrivare da qualunque paese, ciò che importava era che fosse un vero credente. Akef odiava con violenza Israele e gli ebrei, era legato a Hezbollah durante la guerra in Libano del 2006 e con Mahmoud Ahmadinejad nel denunciare “ il mito della Shoah”. In alcune occasioni, Akef propose la cancellazione del trattato di pace e l’espulsione dell’ambasciatore israeliano dal Cairo. Durante la campagna elettorale del 2009 affermò che i Fratelli Musulmani non riconoscevano Israele, né mai l’avrebbero riconosciuta. “Nel nostro vocabolario non esiste la parola Israele, ci sono solo delle bande sioniste che hanno conquistato terre arabe cacciandone gli abitanti. Se vogliono vivere fra noi, deve essere in Palestina; se vogliono un loro stato non ci opponiamo” Nel 2013, dopo la caduta del regime del presidente Mohamed Morsi, Akef venne arrestato e condannato al carcere a vita per omicidio e incitamento dopo l’uccisione dei manifestanti davanti al quartier generale del movimento nel 2012. Ricorse in appello, ma non fece in tempo a partecipare al nuovo processo, si ammalò e morì nell’ospedale dove era stato ricoverato.
Il Ministero egiziano degli Affari Religiosi proibì le tradizionali preghiere in sua memoria senza una preventive autorizzazione, chi non obbediva veniva arrestato. In Qatar, grande alleato della Fratellanza, l’emiro aveva autorizzato le preghiere in tutte le moschee, ma i seguaci di Akef preferirono pregare in casa di Youssuf al-Qadarawi. Khaled Mashaal, già capo della struttura politica di Hamas, partecipò con i militati dei Fratelli Musulmani che erano fuggiti dall’Egitto. Qadarawi lodò Akef, e Mashaal elogiò l defunto leader per il suo sostegno alla causa palestinese, ricordando quanto Yasser Arafat fosse legato ad Akef. Non risulta che siano state organizzate cerimonie in altri paesi arabi, colpiti in gran parte dal terrorismo islamico. Una cerimonia pubblica è stata invece organizzata in Turchia, un convinto sostenitore della Fratellanza, come anche nella Striscia di Gaza, essendo Hamas una propaggine del movimento, come recitano i primi due articoli dello statuto che è alla base del movimento islamista palestinese.
Zvi Mazel è stato ambasciatore in Svezia dal 2002 al 2004. Dal 1989 al 1992 è stato ambasciatore d’Israele in Romania e dal 1996 al 2001 in Egitto. È stato anche al Ministero degli Esteri israeliano vice Direttore Generale per gli Affari Africani e Direttore della Divisione Est Europea e Capo del Dipartimento Nord Africano e Egiziano. Collabora a Informazione Corretta