Il problema sicurezza aiuta l'AfD
Analisi da Berlino di Roberto Giardina
Abbiamo chiesto a Roberto Giardina, uno dei corrispondenti più autorevoli dalla Germania, di commentare per informazione corretta il recente voto tedesco. Abbiamo criticato l’assenza di obiettività di molti nostri media, Giardina è l’unico corrispondente che ha avuto il coraggio di raccontare come il governo tedesco ha impedito la diffusione degli atti di violenza per non causare islamofobia. Questa censura non ha impedito al partito Alternative für Deutschland di raccogliere il voto di quanti ritengono un reale pericolo l’arrivo indiscriminato di migranti da paesi musulmani. In questo testo Giardina raccoglie le statistiche, apparse dopo il voto, sulla violenza alle donne, ma la stessa analisi può valere per la violenza contro gli omosessuali da parte di fanatici musulmani. Per rendersene conto è sufficiente ascoltare le molte testimonianze, non solo in Germania, ma anche in Olanda, Belgio, Norvegia, Svezia, ovunque ci sono rilevanti comunità islamiche.
Una dimostrazione contro l'islamizzazione in Germania
Il problema sicurezza è stato il fattore principale del successo per i populisti dell´AfD, più dei dati economici come qualcuno si ostina a sostenere all´estero. Ai tedeschi non è mai andata cosi bene come oggi, ma si sentono meno sicuri. Per una donna era normale girare per strada vestita come gli pare, anche in piena notte. Adesso sta attenta al quartiere dove si trova. A Lipsia, nella ex DDR, la polizia raccomanda alle donne di non fare jogging da sole. Non è un caso che i dati sulle violenze sessuali nel 2016 vengano rese note solo dopo le elezioni di domenica scorsa. Si temeva di aiutare l´AfD. Ora stampa e Tv sono accusate di aver dato troppo spazio all´Alternative für Deutschland parlando dle problema sicurezza. Ma è avvenuto il contrario: dopo le violenze di duemila giovani arabi la notte di San Silvestro a Colonia nel 2015, la notizia fu tenuta nascosta per cinque giorni, e i mass media persero di credibilità, recuperata a fatica e ancora non del tutto. Alla vigilia del voto, erano stati pubblicati i dati sulle violenze nei primi sei mesi di quest´anno solo in Baviera (Italia Oggi ne ha parlato). Ieri la PKS, Polizeiliche Kriminalstatitisk, comunica le cifre: nel 2016 sono stati compiuti 6744 stupri, e 1175 sono i tentativi, 897 in più rispetto al 2015, con un incremento del 12,8 per cento. Sono stati identificati e arrestati 6476 uomini, per il 38,8 per cento sono stranieri, e di questi 800 sono flüchtlinge, fuggiaschi, come qui chiamano i profughi.
Alexander Gauland Alice Weidel
Secondo il codice di autocomportamento della stampa (qui non esiste un Ordine dei giornalisti) non si dovrebbe specificare la nazionalità e l´etnia di chi compie reati, e neanche delle vittime. Ma il 15,1 degli autori è turco, i siriani sono il 9,2, e gli afgani sono l´8,6. Se si fa un raffronto a partire dal 2004, la percentuale degli stranieri oscilla tra il 28 e il 31, ma dopo il 2015, quando in quattro mesi arrivarono un milione e 100mila profughi, si sale al 33,1 per cento. Oggi, secondo la polizia, saremmo intorno al 40, ma i dati definitivi non sono noti. Chi cita queste cifrei è subito accusato di razzismo. I flüchtlinge sono più cattivi di noi? si chiede il professore Jörg Kinzig, direttore dell´Istituto di Criminologia all´Università di Tubinga: “Queste percentuali, ammette, possono suscitare paura.” Il collega, il criminologo Christian Pfeiffer non è del tutto d´accordo. Secondo lui le donne si sentirebbero più minacciate dagli stranieri, e sarebbero più disposte alla denuncia per molestie nei loro confronti. E bisogna non dimenticare che le violenze vengono compiute in prevalenza da uomini sotto i 40 anni, e la maggioranza dei profughi è composta da giovani maschi, circa il 40 per cento di chi arriva dal Nord Africa. “I giovani uomini sono sempre i più pericolosi di qualunque nazionalità siano”, precisa il professor Pfeiffer. Il che è come scoprire l´acqua calda.
Ma se si ospitano migliaia di giovani arabi per mesi nei centri di accoglienza si crea un pericolo. Come è avvenuto a Colonia. Quella notte di violenze (non di stupri) non è calcolata nelle statistiche. Ma un attacco di massa, quindi in qualche modo organizzato, non è un semplice atto di violenza, rivela l´intenzione di colpire nelle donne la società che ospita. Il punto centrale per l´integrazione è accettare che la donna è uguale all´uomo, e soprattutto per i musulmani è un passo difficile da compiere. Gli aggressori di Colonia erano in gran parte provenienti dal Magrheb e solo cinque o sei sono stati condannati a pene lievi. L´identificazione era difficile. E nessuno espulso. Ma se provenivano da Algeria, Marocco, Tunisia, non avevano comunque diritto all´asilo politico. La paura può essere giustificata o meno, ma da quel momento la politica dell´accoglienza ha subito un duro colpo. Il risultato si è avuto al voto di domenica. Accettare i dati e le analisi non ha niente a che vedere con il razzismo.
Roberto Giardina