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La Stampa - Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.10.2017 Marsiglia: altro attacco del terrorismo islamico
Cronaca di Lorenza Rapini, commento di Fiorenza Sarzanini, la patetica richiesta di Marek Halter

Testata:La Stampa - Corriere della Sera
Autore: Lorenza Rapini - Fiorenza Sarzanini
Titolo: «Al grido di 'Allah u akbar' uccide due ragazze a Marsiglia - Le donne nuovo bersaglio degli estremisti»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/10/2017, a pag. 6, con il titolo "Al grido di 'Allah u akbar' uccide due ragazze a Marsiglia", la cronaca di Lorenza Rapini; dal CORRIERE della SERA, a pag. 1-9, con il titolo "Le donne nuovo bersaglio degli estremisti", il commento di Fiorenza Sarzanini.

«Potrebbe essere un atto di terrorismo, ma non siamo ancora in grado di confermarlo del tutto» - spiega sulla scalinata della stazione il ministro dell’Interno Gérard Collomb. Ma in serata arriva la rivendicazione dell’Isis. Le dichiarazioni di Collomb, riportate dalla Stampa, sono un esempio dell'atteggiamento dell'Occidente di fronte al terrorismo islamico, un atteggiamento cieco, perché anche di fronte alla realtà si preferisce voltare la testa per non vedere. L'attentatore ha colpito al grido "Allah hu akbar", di che cosa poteva trattarsi se non di un attentato di matrice islamista?

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Gérard Collomb

Il titolo scelto dal Corriere della Sera, "Le donne nuovo bersaglio degli estremisti", ignora che le donne sono da sempre uno degli obiettivi dei fanatici islamici che vogliono imporre la sharia. Come ha scritto più volte Roberto Giardina da Berlino in riferimento alla Germania - ma un discorso analogo vale per gli altri Paesi europei - le donne che non si sottomettono alla legge del Corano sono tra gli obiettivi degli islamisti. Per approfondire rimandiamo alla sua analisi alla pagina http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=64925

La Repubblica, a pag. 14, titola un intervento di Marek Halter "I musulmani lancino una fatwa contro i terroristi". Marek Halter ignora che solo gli imam possono lanciare una fatwa. Perché allora nessuno la lancia, se esiste davvero - come ritiene Halter - un islam moderato? La risposta è ovvia e la conseguenza è che è patetico chiedere una fatwa a chi è corresponsabile dell'odio diffuso, da cui nasce il terrorismo che colpisce nelle nostre città.

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Marek Halter

Ecco gli articoli:

LA STAMPA - Lorenza Rapini: "Al grido di 'Allah u akbar' uccide due ragazze a Marsiglia"

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Una manifestazione islamista in Francia

Ha urlato «Allah u akbar» e trasformato in mattatoio una delle stazioni ferroviarie più grandi d’Europa. La lama affilata ha squarciato la gola di una ragazzina di 17 anni e pugnalato al petto e al ventre una giovane di 20. Vittime innocenti. La pietra bianca del pavimento si è macchiata di rosso sangue sotto gli occhi di decine di persone. Poi l’attentatore, armato di un coltello da macellaio, è fuggito. Ha lasciato correndo la stazione Saint-Charles di Marsiglia. Ma meno di un minuto dopo la mattanza è stato abbattuto da un militare dell’operazione anti terrorismo Sentinelle. È finito nel mirino di un riservista di 24 anni che non ha esitato un secondo. Ha eliminato la minaccia con il suo fucile automatico. L’accoltellatore è stato raggiunto da due colpi al petto prima di essere circondato e morire mentre veniva tenuto sotto tiro da una pistola spianata sul viso. L’assassino ha una trentina d’anni. Non aveva documenti indosso. L’esame delle impronte digitali ha rivelato che si tratta di un pregiudicato con diversi «alias» ma per il momento non risulterebbe in odore di radicalismo islamico. I reparti speciali hanno effettuato una serie di perquisizioni ma l’esito al momento è coperto dal massimo riserbo.
Alle 13,45 di ieri la Francia si è trovata un’altra volta a vivere l’incubo terrorismo.

Colpita nuovamente sulla sponda del Mediterraneo, nel Midì, così vicino alla Costa Azzurra e alle 86 vittime dell’attentato di un anno fa a Nizza. Quell’uomo avrebbe colpito a caso. Chiunque avrebbe potuto essere vittima di quei fendenti. Forse ha «scelto» quelle due ragazze tra la folla della stazione perché avevano i pantaloni e la gonna corta, in una domenica caratterizzata dal sole. Pura follia. Sono una ventina i testimoni che hanno visto da pochi metri di distanza cosa è accaduto. La polizia li ha portati in una caserma e interrogati per ore. Ma la mattanza sarebbe rimasta immortalata nell’impianto di video sorveglianza della stazione di Marsiglia, fotogrammi che racconterebbero ogni istante di quel macabro bagno di sangue. Il killer avrebbe prima sgozzato la diciassettenne, iniziando subito la fuga, tornando però poi sui suoi passi per colpire ancora.
La stazione è stata subito evacuata, circondata da 200 tra agenti e militari. Solo intorno alle 20,15 è stato dato il via libera ai primi treni. Lo scalo con il passare delle ore si è trasformato in un accampamento. Bar e negozi chiusi per motivi di sicurezza, assalto ai distributori automatici, alle biglietterie, agli uffici informazioni. Passeggeri seduti ovunque. Dietro ad un impenetrabile cordone di sicurezza, sulle banchine dei primi binari, c’erano i cadaveri di quelle ragazze, a disposizione dagli esperti della scientifica, dai medici legali. Li hanno portati via da un’uscita secondaria.

«Potrebbe essere un atto di terrorismo, ma non siamo ancora in grado di confermarlo del tutto» - spiega sulla scalinata della stazione il ministro dell’Interno Gérard Collomb. Ma in serata arriva la rivendicazione dell’Isis. Il premier Emmanuel Macron ha espresso vicinanza alle famiglie delle due vittime e ringraziato «i militari del dispositivo Sentinelle e gli agenti di polizia che hanno reagito con sangue freddo ed efficienza». Dall’Italia Gentiloni ha twittato all’Eliseo: «Profondamente indignato per atto barbaro».

Cordoglio anche a tra la gente di Marsiglia: «Questa non è religione. Questo è il peggiore degli incubi» - dice in lacrime un’esponente dell’associazione Immigracion, espoir et integrasion (Immigrazione, speranza e integrazione ndr), a pochi passi dalle macchie di sangue appena lavate. Musulmana, turca, ha per mano i suoi bambini, uno di cinque anni, una di undici. «Voglio rispettare il Paese in cui abito. Non porto il velo perché la religione è dentro di noi. Odio i fondamentalisti: la loro non è religione, è sete di potere, vogliono conquistare il mondo. E per colpa loro ora tanta gente guarda male tutti noi».
C’è un pianoforte nell’atrio della stazione, intorno alle 21,45 la folla di passeggeri in attesa inizia a scemare. Un giovane nordafricano mette le mani sulla tastiera. Quasi titubante.
Suona lentamente, una canzone che strascica le note una dopo l’altra, sottovoce. Ma suona. Il terrore non ha vinto. Nemmeno questa volta.

Corriere della Sera - Fiorenza Sarzanini: "Le donne nuovo bersaglio degli estremisti"

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Fiorenza Sarzanini

II primo avvertimento era arrivato nel settembre di tre anni fa. In un messaggio di 42 minuti diffuso via Twitter il portavoce dello Stato Islamico, Abu Muhammad Adnani, aveva annunciato nuovi attentati e inserito l’Italia nella lista degli Stati da colpire. Poi era stato esplicito: «Con la volontà di Dio, distruggeremo la Croce, conquisteremo la vostra Roma e prenderemo le vostre donne». Una minaccia che con il trascorrere del tempo è evidente-mente diventata strategia di attacco. Poco più di un me-se fa, il 19 agosto, un ma-rocchino è entrato in azio-ne a Turku, in Finlandia. Ha ucciso a coltellate una signora di 67 anni e una ragazzina di 15, ha ferito due svedesi e un’italiana. La matrice terroristica è apparsa subito chiara così come l’obiettivo. «Puntava solo le donne», ha dichiarato il portavoce della polizia. I fondamentalisti hanno sempre mostrato disprezzo per le donne. Le testimonianze di chi è stata rapita e tenuta prigioniera a Daesh rivelano la ferocia di questi individui per i quali le femmine sono soltanto oggetti da picchiare, seviziare, stuprare. Non si salvano nemmeno le ragazze che sposano la loro causa. Nonostan-te gli analisti avessero più volte messo in guardia, molte giovani tedesche, britanniche e italiane hanno intrapreso il viaggio senza ritorno. Quanto accaduto ieri a Marsiglia rivela nuovamente la selezione del bersaglio: due donne vittime di una furia cieca e assurda. È un ulteriore salto di qualità che non deve essere sottovalutato in quell’attività di prevenzione che certamente non può garantire il massimo livello di sicurezza ma può selezionare e proteggere in maniera più accurata gli obiettivi. E dunque quei luoghi, prime fra tutte le scuole, che le donne frequentano. I posti dove vivono e lavorano.

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